Dopo la caduta del muro di Berlino e il sogno interrotto di Valter Veltroni, un altro duro colpo per il popolo della sinistra. Tempi duri per le casse del partito democratico a Milano. La base è in lacrime, seriamente preoccupata per il futuro: infatti alla festa milanese de Pd non ci saranno i ristoranti «Trulli e navigli» e «Il fungo», l'area verrà ridotta e anche i giorni in calendario saranno di meno rispetto al passato. A spiegarlo è Nora Radice, responsabile organizzativa dell'evento: «Avevamo l'esigenza da un lato di contenere i costi organizzativi della festa, che sono notevoli - ha detto - e, dall'altro, c'era l'esigenza di permettere a tutti quanti i coinvolti di partecipare ai congressi nei circoli cittadini in vista del congresso».
Lo scorso anno la festa si chiuse con circa 150mila euro di perdita. «Quest'anno puntiamo al pareggio», giura la Radice. «L'obiettivo è incassare 870mila euro, a fronte di costi complessivi per circa 900mila euro. L'utile possibile potrebbe arrivare dagli sponsor e dagli stand commerciali». Comunque, prosegue l'organizzatrice in un impeto di passione, «il programma è di altissima qualità, sia dal punto di vista degli appuntamenti politici sia da quello delle manifestazioni culturali». Nei 18 giorni di festa a Lampugnano sfileranno i tre candidati alla segreteria del Pd, Pierluigi Bersani (l'11 settembre alle ore 21), Ignazio Marino (13 settembre ore 18.30) e Dario Franceschini (18 settembre, ore 21).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.