da Milano
Più vandalismo che episodio di chiaro antisemitismo. Questa l'ipotesi più accreditata da investigatori e rappresentanti della comunità ebraica di Milano per il danneggiamento di una quarantina di cippi del cimitero ebraico della città, il primo episodio di questo tipo nel capoluogo lombardo. Sul posto, sorvegliato anche di notte, nessuna scritta o messaggio. «Questo non diminuisce il senso dell'offesa e il dolore che proviamo a vedere lapidi divelte e distrutte al suolo», afferma Emanuele Fiano, capogruppo Ds al Comune di Milano e deputato, consigliere dell'Unione delle comunità ebraiche. «In assenza di scritte o indizi certi che facciano dire se l'episodio rientri in un atto di antisemitismo è bene per adesso sospendere il giudizio. Rimane il fatto - conclude Fiano - che l'offesa e il disprezzo verso la morte altrui esprimono un grado di inciviltà che deve comunque far riflettere».
Il cimitero ebraico di Milano si trova alla periferia nord-ovest della città, alle spalle del grande Cimitero Maggiore e adiacente a uno dei campi nomadi più grandi e discussi del capoluogo lombardo dove vivono anche numerosi immigrati irregolari in ricoveri di fortuna. Secondo i custodi del cimitero, che si sono accorti dei danneggiamenti nel giro di sorveglianza del pomeriggio, sono abbastanza consueti gli episodi di ingressi notturni nel cimitero ma mai si erano registrati danni rilevanti.
«È un fatto grave e preoccupante, anche perché a Milano non si sono mai verificati episodi del genere», commenta il presidente della comunità ebraica milanese Leone Soued, che ha ricevuto un messaggio di «solidarietà e amicizia» dal segretario dei Ds, Piero Fassino.
Solidarietà anche da parte da Letizia Moratti e Bruno Ferrante, candidati sindaco rispettivamente del centrodestra e del centrosinistra.
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