Un contratto a breve scadenza. Non è durata neanche tre mesi lavventura di Alberto Ferrari a Milano Ristorazione, la società che gestisce le mense comunali. Ieri mattina ha rassegnato lincarico di direttore generale, «per motivi familiari» ha scritto sulla lettera di dimissioni e conferma al telefono di «non voler entrare nel merito». Anche se si racconta di un rapporto burrascoso fin dallinizio con la presidente della società, lex manager di Gemeaz Cuisin Gabriella Iacono. Un incarico, quello assegnato a Ferrari alla fine dello scorso ottobre, che lo aveva inserito nelle polemiche sullo spoil system e le poltrone (parecchie) assegnate nelle società comunali a chi ha gravitato intorno al sindaco Pisapia in campagna elettorale.
Ferrari, dirigente del Comune in pensione, in passato è stato supervisore e controllore proprio del servizio di ristorazione del Comune che il centrosinistra aveva tanto criticato negli anni sotto la gestione Moratti. Ma il nuovo cda eletto da Pisapia, alla seconda seduta ha provveduto a nominare come direttore generale proprio Ferrari. Fresco di una sconfitta elettorale, quella alle comunali nella lista del Pd per Pisapia. Retribuzione annua, 60mila euro. Ma lesperienza in Milano Ristorazione è durata poco, da ieri si è dimesso e ora il board della società dovrà decidere se nominare un nuovo dg o proseguire sulla linea dellex presidente Roberto Predolin che aveva eliminato la figura.
E nei corridoi della società ammettono che un occhio più oculato al budget sarà necessario. Il vicesindaco Maria Grazia Guida che ha la delega alla Scuola di recente ha annunciato la svolta a partire da settembre: «Elimineremo le vaschette di plastica per trasportare i pasti e riprenderemo ad usare i contenitori di acciaio inox». Festeggerà Anna Santoiemma, mamma della Commissione mensa e consigliera di zona 9 eletta nella lista di Milly Moratti per Pisapia. Ma il costo delloperazione si aggirerebbe intorno ai 600-650mila euro.
Ieri in commissione a Palazzo Marino la giunta ha anticipato un piano da 5 milioni di euro per le «Scuole aperte nel weekend dalla primavera (palestre, giardini e auditorium a disposizione delle famiglie) e un piano da quasi 150 milioni di interventi, fra scuole da abbattere e ricostruire, nuove strutture da realizzare e ristrutturazioni.
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