DALLA PRIMA

(...)Non ci siamo. E mi torna in mente «Nirvana», un film di una decina di anni fa firmato da Gabriele Salvatores ambientato in una metropoli futuribile e alienata che funzionava come un videogame a ritmi psichedelici più o meno prestabiliti. In una città così tutti arriverebbero puntuali, i tempi di percorrenza sarebbero sempre quelli esatti indicati dalle voci metalliche dei navigatori e non esisterebbero deviazioni. Ma Milano (per fortuna) è un’altra cosa. È caotica, inquinata, intollerante con pedoni e ciclisti, impaziente se si ritrova in coda ma «viva». E Stramilano, maratone, fiere e Giro d’Italia contribuiscono non poco a farla diventare anche più «vivace». Certo, c’è un prezzo da pagare. Soprattutto per chi si muove in auto, restare imbottigliato la domenica mattina in una maratona o nel circuito finale del Giro non è piacevole e chissenefrega di applaudire lo sprint di Petacchi o l’allungo di Baldini al quarantesimo chilometro. Chi «s’intruppa» in genere perde le staffe, s’attacca al clacson e in un nanosecondo passa agli insulti. Ma non c’è solo lui. Ci sono anche tanti milanesi (sempre di più per fortuna) che non corrono e non vanno in bici ma che si fermano ai lati delle strade ad applaudire chi suda e fa fatica. Gli atleti della domenica sono ormai una minoranza numerosa (40mila alla Stramilano, 6mila all’ultima maratona) che invade la città per un paio di mattinate l’anno e non avanza chissà quali pretese. In questo senso Milano deve crescere e diventare un po’ più «sportiva» prendendo ad esempio città come New York e Berlino che ormai accolgono le loro maratone da 50mila iscritti a braccia aperte anche perché (e non è un dettaglio) si portano in dote un ricco giro di affari. Non servono chiacchiere o raccolte di firme. Chi può (il governatore Formigoni batta un colpo...) faccia qualcosa ad esempio un bel blocco del traffico nelle due o tre mattinate di gara. Sarebbe un vantaggio per tutti: per chi corre che eviterebbe gli insulti, per chi va in auto che eviterebbe di incazzarsi e per i bronchi dei milanesi che eviterebbero di respirare qualche «quintalata» di Pm10. Non è impossibile. Per informazioni si può sempre chiedere a Leonardo Dominici, sindaco di Firenze.

Due domeniche fa nella sua città è stato chiuso il traffico per il tempo della maratona: pioveva e faceva freddo ma hanno corso in diecimila e almeno in altrettanti hanno applaudito. Fiorentini furibondi? Non segnalati.
antonio.ruzzo@ilgiornale.it

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