È accusato di corruzione, truffa e abuso d’ufficio

È accusato di corruzione, truffa e abuso d’ufficio

Un vigile molto disponibile. E a percentuale. Preparava i ricorsi contro le multe per i milanesi che violavano il codice della strada. E faceva pure in modo che venissero accolti. Come? Allegando una falsa documentazione, attestando che avevano commesso l’infrazione - come l’accesso alla zona Ecopass o ztl, o una sosta sul marciapiede - mentre trasportavano un invalido titolare di un permesso di parcheggio. Il tutto in cambio del 30 per cento del valore della multa che in questo modo faceva annullare. Un giochino che è costato l’arresto al vigile Damiano Borchielli con le accuse di truffa aggravata ai danni del Comune, falso, corruzione e abuso d’ufficio. Il giudice per le indagini preliminari Maria Cristina Mannocci ne ha disposto la custodia cautelare in carcere. E ad arrestarlo sono stati i suoi stessi colleghi di piazzale Beccaria.
L’inchiesta, avviata nel 2009 su input del comandante dei vigili Tullio Mastrangelo, e coordinata dal procuratore aggiunto Alfredo Robeldo e dal pm Grazia Colacicco, è arrivata a «pizzicare» l’ennesimo ghisa col vizietto del guaragno facile. Nel febbraio scorso, la Procura aveva chiesto un’indagine a carico di undici agenti della polizia locale, accusati di aver chiesto mazzette per ottenere i permssi di parcheggio. L’inchiesta era nata dalla denuncia di un ghisa «pulito», e comprendeva un lungo elenco, quello dei clienti. Dall’imprenditore all’edicolante, tutti disposti a pagare per accaparrarsi un contrassegno per la sosta valido per due anni.


«Voglio sottolineare con soddisfazione - è il commento dell’assessore alla Sicurezza, Marco Granelli - che la polizia locale ha saputo individuare al proprio interno questo episodio di illegalità. Ora vogliamo che la giustizia faccia il suo corso rapidamente».

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