Il centro di via Corelli, finora deputato all'identificazione e all'espulsione degli immigrati irregolari, diventa un centro di accoglienza temporanea per i profughi. La decisione, presa su insistente richiesta del Comune visto il continuo afflusso di profughi in particolare da Siria ed Eritrea, è stata formalizzata in un accordo fra la prefettura e il Comune, controfirmato dal sottosegretario all'Interno Domenico Manzione ieri in corso Monforte, sede dell'ufficio territoriale del governo guidato da Francesco Paolo Tronca. E la nuova struttura sarà pronta, a giorni, con 155 posti.
Sono stati 45.876 (10.969 bambini) i profughi accolti a Milano in un anno, dei quali 12.654 eritrei. Un numero impressionante, se paragonato alla cifra degli immigrati sbarcati in Italia negli ultimi mesi, quantificati da Manzione in 150mila. Uno su tre dunque sarebbe passato da Milano, con un continuo turn over; le cifre sono in realtà un'incognita, dal momento che sono diversi i canali dei flussi migratori così come diversi sono i percorsi che seguono i migranti che arrivano in Italia e a Milano. Basterà dire che, a fronte di queste migliaia di persone, solo 53 sono richiedenti asilo. A livello nazionale sono 45mila le domande presentate, 25mila esaminate, 3mila accolte, cui si aggiungono i beneficiari delle misure di protezione (6mila). Per gli altri, ha chiarito Manzione, resta esistente l'opzione dell'espulsione, sebbene l'immigrazione clandestina non sia più un reato ma un illecito di natura amministrativa.
La gran parte degli stranieri provenienti da Paesi in guerra, o in fuga da Stati che li perseguitano - in ragione delle loro idee o della loro condizione etnica o religiosa - transita in Italia con l'obiettivo di raggiungere altri Paesi europei (e anche per questo ha scarsa propensione a farsi identificare in Italia). Il questore Luigi Savina garantisce che il 99% degli stranieri viene identificato, condizione necessaria a perfezionare anche la domanda di asilo, anche se ciò principalmente non avviene in Stazione Centrale, dove si dà priorità al momento dell'accoglienza, anche per la presenza di bambini e famiglie. Di sicuro il Cie di via Corelli smetterà di essere un luogo destinato a un regime «paradetentivo» (definizione di Manzione) per trasformarsi in un luogo di accoglienza. Nelle previsioni via Corelli avrà questa destinazione fino alla fine dell'anno, salvo proroghe. Le proroghe sono molto probabili, dal momento che i teatri di guerra nel Mediterraneo sono sempre più caldi.
Il Comune, firmando l'accordo (con l'assessore Pierfrancesco Majorino), si impegna ad assicurare i servizi amministrativi (esempio la «registrazione di ospiti e visitatori», la «tenuta del magazzino», il «controllo e la verifica delle utenze») ma anche a dare assistenza generica alle persone («mediazione linguistica-culturale», «informazione sulla normativa» e «orientamento generale sulle regole» da seguire nel centro) e a fornire assistenza sanitaria, servizio di pulizia e igiene ambientale, fornitura di vestiti e pasti. Resta immutato il gestore della struttura (Gepsa-Acuarinto) che, così viene riferito, «ha prestato il proprio assenso» all'utilizzo dell'ex Cie come centro d'accoglienza, «senza ulteriori oneri per l'amministrazione».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.