Aler, si cambia. Le case popolari di proprietà del Comune dal 1 dicembre passeranno sotto la gestione di Metropolitana Milanese. E la scelta fa infuriare la Regione. E i sindacati.
A dare il via libera all'ipotesi che circola da giorni ieri mattina il vertice con i partiti del centrosinistra e la riunione di giunta. «La nostra sfida è creare un modello di gestione diversa che parta dal territorio e coinvolga la cittadinanza. Questa è un'assunzione di responsabilità da parte del Comune, ci mettiamo la faccia». Parola del sindaco Giuliano Pisapia, che rincara la dose: «La situazione in cui versano le case popolari non è degna di un paese civile, e noi vogliamo dare una svolta».
Alza la voce Regione Lombardia, che si è detta «stupita» del dietrofront di Palazzo Marino. Per la gestione delle case in edilizia convenzionata «noi siamo disponibili a ragionare su un nuovo piano che coinvolga tutta la città metropolitana, non solo Milano» polemizza il governatore Roberto Maroni. «L' atteggiamento del Comune è quanto meno discutibile e una scortesia istituzionale, della quale prendo atto con stupore» commenta Paola Bulbarelli, assessore regionale alla Casa.
L'«Ortolano» di Giuseppe Arcimboldo arriva a Milano e vi resterà per quattro dei sei mesi dell'Expo. Il museo di Cremona ha acconsentito al prestito per maggio, giugno, luglio e agosto. A settembre, con un percorso a ritroso in treno, il quadro tornerà al suo posto. «Il sindaco cremonese Gianluca Galimberti ha capito l'importanza della nostra proposta. Questo è il vero dialogo politico» ha commentato l'assessore regionale alle Culture, identità e autonomie, Cristina Cappellini. Il dipinto risale al 1590 ed è un olio su tela che misura 35,8 X 24,2 e fa parte dei cosiddetti «quadri reversibili» che possono cioè essere ruotati di 180 gradi e mostrano un'immagine completamente diversa, come si vede a lato. A sinistra i goffi lineamenti dell'ortolano. A destra una ciotola che contiene ortaggi.
Alta tensione nel mondo dei motori per i litigi fra Cazzola e Bologna. Dopo aver portato a Milano il «Motor Show», il patron della kermesse ha avuto l'ardire di usare il termine «Motor valley». Lesa maestà di un marchio per cui Bologna ha rivendicato i suoi diritti.
Tornato a luglio in incognito, Roberto Alagna ha
scoperto che il pubblico della Scala è sempre pronto a fischiare al primo errore, vero o presento, e ha annunciato: «Non canterò mai più a Milano». Nel 2006, contestato durante Aida, lasciò il palco infuriato e venne sostituito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.