All'Expo un festival ad alto voltaggio

Tre giorni di band internazionali: stasera Franz Ferdinand e The National

Per quelli che sono ritornati da poco in città, ecco il festival che non t'aspetti. Di scena all'Open Air Theatre nell'area già sede di Expo 2015, «Milano Rocks» ha messo assieme un cartellone internazionale davvero di spessore. Una rarità in un periodo di solito «pigro» per Milano e dintorni come quello di fine estate. Dopo l'inizio col botto di ieri, con il gruppo indie-rock statunitense Imagine Dragons, stasera tocca a un'accoppiata d'applausi con due band, gli scozzesi di Glasgow Franz Ferdinand e gli yankee dell'Ohio The National, le cui carriere hanno preso le mosse all'alba del nuovo millennio, per poi diventare una delle poche certezza della scena rock mondiale (che hanno contribuito a riportare in classifica, ndr), sul cui stato di salute ci sarebbe molto da (ri)dire. Se i Franz Ferdinand fossero un piatto sarebbero delle verdure col curry: qualcosa di piuttosto leggero, ma allo stesso tempo un po' speziato e con un gusto imprevedibile, aveva detto tempo fa il suo leader Alex Kapranos. In realtà, l'adrenalinico «rock da ballare» dei Franz Ferdinand è un personalissimo frullato di numerose influenze: il post punk britannico anni Ottanta, Talking Heads, Bowie, Beatles e molto altro ancora. Piglio decisamente più pacato per i National la cui forza consiste nella sottile capacità di trasformare l'intimismo rock sofferto (e malinconicamente depresso) in valori universali in cui identificarsi. Campioni di un modello di musica «slow» hanno annoverato tra i propri fan Bruce Springsteen e Barack Obama.

Domani sera, poi altra copia di lusso. In primis, fari puntati sull'attore-rocker Usa Jared Leto, deus ex machina incontrastato della band Thirty Seconds to Mars, in cui da sempre convivono le sonorità più spigolose dell'alternative rock, quelle più sintetiche del synth rock e più morbide del pop.

Ma c'è anche attesa per la prima volta in Italia di Mike Shinoda dei Linkin Park dopo il suicidio dell'amico, nonché collega Chester Bennington. Per lui un progetto solista nuovo di zecca per superare il trauma nel segno e nel suono della contaminazione tra rap, pop, trap, rock e un po' di industrial.

LuTes

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