Alloggi per sfrattati nei palazzi vuoti

Contributi a chi offre appartamenti, immobili e anche singole stanze

Un patto con i proprietari immobiliari per aprire il mercato e fronteggiare l'emergenza abitativa, in particolare quella che deriva dagli sfratti. Questo l'obiettivo del bando pubblico, in uscita nelle prossime settimane, di cui la giunta ha appena approvato le linee guida. L'amministrazione comunale cerca operatori interessati a rimettere in circolo alloggi e immobili di loro proprietà da destinare in via transitoria all'emergenza abitativa, in cambio di un contributo economico, calcolato in base al canone concordato. Nel complesso, il Comune mette a disposizione un budget di circa un milione e 350mila euro.

Come spiega l'assessore alla Casa e Lavori pubblici Gabriele Rabaiotti, l'obiettivo dell'operazione è di «riuscire a sbloccare, anche temporaneamente, il patrimonio immobiliare vuoto ed inutilizzato, specialmente quello delle grandi proprietà». Si tratterebbe di «un accordo transitorio di disponibilità con la garanzia di un ristoro economico che riteniamo interessante. Renderebbe Milano più capace di dare risposte alle famiglie, in particolare quelle che vengono sfrattate dal libero mercato perché non riescono più a pagare l'affitto». Soluzioni temporanee. Ogni famiglia infatti secondo l'accordo potrà restare nell'alloggio messo a disposizione per un periodo massimo di diciotto mesi. Oggi in situazioni di emergenza Palazzo Marino ricorre all'affitto di stanze in hotel convenzionati.

Oltre ad interi appartamenti, i proprietari possono partecipare al progetto anche con singole stanze: in questo caso, il contributo del Comune sarà pari a 250 euro al mese per un posto letto e a 350 euro al mese per due posti. Sarà sempre il Comune ad erogare centocinquanta euro mensili a nucleo per coprire i costi delle misure di accompagnamento della famiglia ospitata, ed attivare così un percorso orientato a costruirne o rafforzarne l'autonomia, in modo che poi possa approdare ad una soluzione abitativa stabile.

Potranno partecipare al bando anche

proprietari di immobili fuori dai confini della città. Gli alloggi e gli immobili, fa sapere l'amministrazione, possono anche trovarsi fuori dall'area del Comune, fermo restando che le famiglie ospitate saranno residenti a Milano.

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