"Altri cinquemila immigrati Lombardia ormai al collasso"

L'assessore regionale: «Ne accogliamo già 23.770 Troppi gli arrivi rispetto alle strutture disponibili»

"Altri cinquemila immigrati Lombardia ormai al collasso"

Solo in quest’ultimo fine settimana, da venerdì a domenica, sono stati salvati 8.300 migranti da navi militari o da Ong. Confrontandoli con quelli dell’anno record 2016, infatti, gli sbarchi, fino a qualche giorno fa, erano già in vertiginoso aumento, raggiungendo quota + 23,8 % rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Simona Bordonali, assessore regionale Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione, trascorre la Pasquetta sul lago di Garda, ma con l’occhio vigile sul numero crescente degli sbarchi. Preoccupata? «Gli arrivi non si fermano. Entro la fine del 2017 supereranno di gran lunga quelldell'anno scorso. Se a questo si aggiunge anche un numero maggiore di richiedenti asilo in netto contrasto con cifre sempre più basse dei riconoscimenti dello stesso status, quel che si ottiene è un desolante bilancio della presenza di clandestini non riconosciuti sul nostro territorio».

Qual è l'aspetto di questo fenomeno che più la sorprende?

«Guardando le nazionalità dichiarate al momento dello sbarco s'intuisce che in arrivo ci sono immigrati disposti a fare il giro del mondo per raggiungere i barconi. Stavolta parliamo di stranieri provenienti dal Bangladesh, disposti a fare praticamente il giro del mondo pur di raggiungere la Libia e salire sui barconi diretti sulle nostre coste».

Il governo Gentiloni non si era posto come quello che avrebbe risolto i problemi legati all'accoglienza?

«Proprio così. Il ministro dell'Interno Marco Minniti aveva preso a cuore la situazione rispetto al suo predecessore, Angelino Alfano. E con il suo decreto sull'immigrazione sembrava volesse iniziare veramente a gestire questa situazione disastrosa. La conferenza Stato-Regione del 2014 ha stabili i fondi di solidarietà e previsto che, comunque vada, tenendo in considerazione il numero dei suo abitanti, la Lombardia si prenda il 14 per cento. Sono 23.770 attualmente i profughi che si trovano nella nostra regione, mentre altri 5mila sono quelli mandati dal nuovo piano di ripartizione che, pur venendo continuamente aggiornato, tiene appunto in considerazione solo l'alto numero degli abitanti lombardi. Che nulla ha a che fare con le strutture disponibili per l'accoglienza».

Roberto Maroni, all'epoca in cui era ministro dell'Interno, si comportò molto diversamente...

«Si. Maroni convocava i rappresentanti delle regioni per poi ripartire gli immigrati a seconda delle strutture disponibili. E oltre a questo effettuava i rimpatri e i blocchi navali diversamente dai governi di Sinistra che si sono succeduti».

Questa situazione non penalizza anche gli stranieri regolari sul nostro territorio?

«Certo. Che attualmente sono un milione e 200mila, cioè il 10% della popolazione lombarda. Anche di questo dovrebbero tenere conto nella ripartizione regione per regione».

E cosa pensa della recentissima posizione della Cisl? Che s'impegna a trovare il lavoro per i richiedenti asilo?

«Chi si lava la bocca con le politiche d'integrazione non le attua mai. La Cisl non si sta più occupando degli italiani e degli stranieri regolari che sono disoccupati e ora vuole trovare il lavoro ai richiedenti asilo, arrivati ieri? Degli stranieri regolari in Lombardia l'anno scorso il 18% era senza lavoro, con una punta del 28 per cento tra le donne. Basterebbe riflettere sui dati del Viminale: il 60% dei profughi richiedenti asilo non viene poi riconosciuto come tale».

Una situazione drammatica...

«Sì. Così si arriverà a uno scontro tra poveri. I centri per il rimpatrio (ex Cie) previsti dal decreto Minniti, sono uno per regione, ospitano al massimo 120 persone e certo non risolveranno il problema. A questo punto o partono aerei per il rimpatrio ogni giorno o la vedo molto dura: già di clandestini ne dobbiamo rimpatriare migliaia. Intanto la Sinistra continua a mostrare un atteggiamento buonista, ma anche i loro sindaci lamentano la situazione ingestibile».

Altre problematiche?

«I clandestini sono fantasmi con un foglio di via che stracciano subito. Diventando facile manovalanza per la micro e macro criminalità».

Fantasmi?

«Non sappiamo esattamente chi viva sul

nostro territorio. Non tutti gli aspiranti profughi, infatti, presentano domanda di protezione fornendo l'adeguata documentazione. Una domanda che aumenta ogni anno perché è sempre più difficile raggiungere altri paesi».

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