Anche la Zona 5 chiede all'assessore Rozza i vigili di quartiere e controlli anti degrado

Ieri l'assemblea. Il presidente Bramati: «I ghisa dipendano dai Municipi»

Alberto Giannoni

Agenti, volanti, telecamere. E illuminazione. I cittadini chiedono controlli anche in Zona 5: controlli ovunque. Per arginare il degrado, la richiesta martellante è questa. Ed erano più di cento ieri all'assemblea con l'assessore Sicurezza Carmela Rozza che nella seconda tappa del suo tour delle nove zone ha incontrato residenti e comitati del municipio che comprende quartieri popolosi e delicati: Porta Ticinese, Vigentino, Chiaravalle, Gratosoglio. La gente denuncia degrado e insicurezza. Vuole telecamere e vigili nel quartiere. L'assessore, intanto, ha annunciato che intende aumentare l'intensità della luce led come deterrente dei fenomeni di microcriminalità. E il sindaco Beppe Sala sarebbe d'accordo. Ma anche ai cittadini Rozza ha spiegato che, con le risorse attuali, la possibilità di avere i «ghisa di quartiere» oggi non c'è. Il presidente del municipio Alessandro Bramati, con la sua maggioranza, ha ripetuto davanti all'assessore la richiesta che tutte le zone rette dal centrodestra rivolgono al Comune: decentrare, almeno in parte, il controllo operativo della polizia locale. «Chiediamo un'attuazione concreta dell'articolo 17 del regolamento - spiega Bramati - Anche se parla di condivisione con l'assessorato, bisogna creare processi perché i municipi incidano, essendo la parte più vicina ai cittadini e quindi in grado di rilevare in maniera più puntuale le urgenze». A proposito di forze a disposizione, il presidente è pronto a far la sua parte, rinunciando ai due agenti che presidiano la sede del municipio: «In viale Tibaldi abbiamo due vigili all'ingresso e nel retro del centro civico c'è la biblioteca che ha le porte aperte. Alle 19,30 termina il servizio, ma la biblioteca chiude alle 22,30. Ci stiamo chiedendo se sia ancora necessario e se sia necessario a queste condizioni, anche perché sarebbero agenti operativi».

In effetti l'accesso alla biblioteca è sempre possibile, in teoria, scavalcando la rete che dà sul retro. «Va bene che anche l'occhio vuole la sua parte - dice il presidente - ma così che senso ha? Se poi il livello di attenzione è alto e lo richiede, allora strutturiamolo in modo diverso».

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