(...) al Guareschi!» hanno detto i ragazzi della terza B della vicina scuola media «Toscanini», partecipando alla cerimonia di intitolazione, insieme alla Zona 5 di Alessandro Bramati, che ha deliberato la proposta, e col Comune, che l'ha accolta, riconoscendo - con l'assessore Filippo Del Corno - che va a colmare un vuoto.
Nato 111 anni fa a Fontanelle di Roccabianca (Parma) Guareschi era legatissimo a Milano e di sé diceva: «La mia macchina è targata Parma ma il mio cuore è targato Milano». Visse nei pressi di piazza Carlo Erba, sede della Rizzoli, dove il figlio Alberto andava a consegnare le vignette del padre. Proprio Alberto, scrivendo da Roncole Verdi di Busseto al consigliere che ha ideato l'intitolazione, Alessandro Giacomazzi, si è detto grato per quello che ha definito «un importante omaggio alla memoria di mio padre», l'intitolazione del parco nell'area verde di via dei Guarneri-Chopin, «certamente luogo di serenità e di aggregazione nel quale Giovannino si troverà particolarmente a suo agio: per la vicinanza della scuola comunale Guarneri, che gli ricorderà la mamma, maestra elementare per 49 anni; e per la frequenza dei bambini e dei ragazzi». Enrico Beruschi, grande cultore di Guareschi, ne ha letto alcune pagine. Presente il sindaco di Busseto, il paese dove Guareschi tornò, mentre quello di Brescello, casa di Don Camillo, ha mandato il suo saluto tramite Giacomazzi, che dal canto suo ha proposto di leggere Guareschi anche nelle scuole, inserendolo nei programmi didattici. I ragazzi della Toscanini lo hanno fatto. E ieri hanno raccontato la loro scoperta di emozioni inaspettate.
Per esempio la tristezza provata da Don Camillo «quando, al momento di lasciare il paese, non c'era nessuno alla stazione a salutarlo», «ma tutti abbiamo riso e, insieme, ci siamo commossi perché alla stazione successiva lo aspettavano i suoi parrocchiani pieni di regali e, alla stazione ancora dopo, Peppone con la banda». «Questi personaggi - hanno detto - ci insegnano che l'uomo vale di più del colore della sua bandiera o della sua tonaca».Alberto Giannoni
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