Elena Gaiardoni
Le hanno messe su di notte e così, come ai mercati si conviene, la loro bellezza sta nell'apparire all'improvviso come i funghi nel bosco. Ottanta casette in legno chiaro con il logo del mercato del Duomo, dall'inizio di corso Vittorio Emanuele allo spazio in corrispondenza dell'abside della Cattedrale, e poi via dell'Arcivescovado fino a piazza Fontana. Aperte da oggi fino all'8 gennaio.
Sono la cinta natalizia alla chiesa di Maria Nascente, un abbraccio più che concreto visto che gli organizzatori del mercato versano 303 mila euro alla Veneranda Fabbrica, allo scopo di restaurare le guglie cesellate e fragili come adolescenti nubili. Fin all'inizio, quest'opera sempre in fieri che irradia Milano di un fascino signorile e materno, il Duomo è una grande Dama Madre, viene costruita dalle persone che lavorano alacremente, persone semplici, con l'amore per i tesori durevoli.
Il tributo del mercato che non ha preziosi da cassaforte va all'inestimabile tempio cristiano, benché il tipico store ambulante sia incentrato sul mito pagano delle fiabe, con elfi, fate, folletti. L'artigianato in prima linea, il made in Lombardia soprattutto, ma anche in Italia e in Europa. È il villaggio dei prodotti gastronomici, dai dolciumi ai salumi, della bigiotteria, dei capi in maglia da indossare come davanti al vecchio fuoco del camino, all'arredo in legno, in ceramica, in ferro battuto. Se una nota si può stonare nel corso degli elogi sta nel notare come negli anni scorsi non si siano visti emblemi natalizi da mercatini tirolesi, dove le decorazioni dell'albero e le statuine del presepio sono il tema centrale della mercanzia. Gli «Oh Bej! Oh Bej!» se ne vanno dal castello e lo shopping ricomincia intorno al Duomo, ma senza regalarci la magia di un mercato di Norimberga con i suoi peltri con stelle comete, pastorelli, pupazzi di neve e babbo natale in miniatura da letterina magica.
Milano sceglie il taglio della fiaba, letteratura del periodo natalizio con i suoi animali, popolo di saggezza, abitanti del bosco quali il gufo, lo scoiattolo, il cerbiatto. Quest'anno si assicura una presenza più corposa di presepisti, quindi un taglio più spirituale ci sarà, anche se i personaggi che si aggireranno non saranno ragazzi e ragazze vestiti da Babbo Natale, ma personaggi immaginari che popolano l'immaginario natalizio.
Le casette in piazza saranno meta di tanti milanesi, ma anche di turisti provenienti da tutta la Lombardia, dall'Italia e di stranieri, perché molti se ne sono visti in questi giorni al Castello e altrettanti se ne vedranno in una città che indossa con speranza il suo fervore natalizio, contro lo spettro della crisi che pare allontanarsi, benché in centro la chiusura dei negozi non abbia fine.Il Natale è un tempo di trasformazione, è una nascita, divina addirittura, e nessuno risparmia sui doni per un Bambino che continua a venire al mondo per annuire in pace e in abbondanza.
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