Assurda guerra alle macchine tra divieti, 30 all'ora e Area C

di Pierluigi Bonora

Area C, chiusure al traffico, limitazioni varie, riduzione dei parcheggi e contestuale aumento delle piste ciclabili, nuovi limiti di velocità a 30 orari, rallentatori «rompi-auto» e pericolosi per le moto, possibile sgombero delle vetture dalle banchine spartitraffico lungo i vialoni. A Milano sembra si stia facendo l'impossibile per rendere la città off-limits ai veicoli. Un colpo di bacchetta magica e pluff, spariti.
È vero: ci sono i soliti imbecilli che amano sfrecciare a velocità sostenuta, soprattutto nelle ore serali, lungo le circonvallazioni. E i menefreghisti che parcheggiano in doppia e tripla fila in prossimità delle zone della movida. Stangarli per bene è giusto. Per colpa di queste persone l'automobilista viene considerato quasi alla pari di un criminale. Ma ci sono anche i ciclisti insolenti che pedalano sui marciapiedi, se ne infischiano dei sensi unici e dei semafori, viaggiano con le cuffiette o parlano al cellulare, ti tagliano puntualmente la strada e, se osi dire qualcosa, ti picchiano un pugno sul cofano. Si sentono forti, del resto sono la forza di questa amministrazione.
Pedalare è bello, salutare ed ecologico, soprattutto in centro e quando il traffico è ridotto. Piace in particolare a chi trascorre forzatamente ore e ore seduto al volante. Ma nel momento in cui si guarda alla regolamentazione del traffico - cari sindaco Giuliano Pisapia e assessore Pierfrancesco Maran - bisogna essere razionali: non si può pensare di sbattere fuori tout court dalla città buona parte delle automobili. È inutile sognare e fare demagogia sulla città «demotorizzata». Elettriche, ibride, a gas, benzina o gasolio, le auto esisteranno sempre, come è ingiusto limitare attraverso ogni tipo di vessazione il diritto delle persone a muoversi in libertà, un diritto tra l'altro ben pagato tra tasse, pedaggi, gratta e sosta, accise, Area C, assicurazioni e bollo.
Per non parlare dei posti di lavoro e del contributo all'economia del Paese che il settore garantisce.
A Milano l'automobilista sta pagando sulla propria pelle gli errori che si sono perpetuati negli anni e che anche questa amministrazione sembra non voler risolvere. Parallelamente alla crescita delle piste ciclabili è necessario investire in parcheggi sotterranei e migliorare, rendendoli anche più sicuri, quelli esistenti. Perché pensare di eliminare le strisce blu in centro, togliendo altri posti auto, a favore delle moto?
Occorre un serio piano viabilistico che non sia a senso unico, ma venga incontro alle esigenze dei vari utenti della strada, quindi nel rispetto di tutti e che salvaguardi l'ambiente.

Il settore automobilistico è tra i pochi che riesce a far toccare con mano i risultati degli investimenti in ecosostenibilità e sicurezza. Ma lo stesso settore, per vincere luoghi comuni e attacchi continui, deve avere più coraggio. Torni nelle piazze e risponda con i fatti ai suoi detrattori.
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