Avanzano degrado e paura «Salta l'argine di Imbonati»

Sala piena all'incontro con l'assessore comunale Rozza E i quartieri insicuri rimpiangono le pattuglie miste

Alberto Giannoni

«Un'università del crimine». L'iperbole presa in prestito da un cittadino di zona 9 dà l'idea degli umori prevalenti in città, periferie ma non solo. Sala del consiglio gremita anche in via Guerzoni, per la terza tappa del tour che l'assessore Carmela Rozza ha avviato fra i municipi di Milano, per parlare di sicurezza con i cittadini e di riorganizzazione della polizia locale con gli eletti.

L'assemblea dà il polso della situazione: segnalazioni, proteste, a volte sfoghi, come quello di chi vede un'accademia dell'illegalità nelle strade di via Imbonati: «La diga è caduta». Altra immagine eloquente: i cittadini chiedono di arginare il degrado, la sporcizia, gli schiamazzi, gli abusi grandi e piccoli che rendono invivibile strade e quartieri della civilissima Milano.

E non è percezione: «In una notte sono arrivate 802 chiamate: 48 per incidenti» calcola l'assessore alla Sicurezza del municipio 9 Andrea Pellegrini, fra i primi a sollevare il tema del decentramento della polizia locale. «L'assessore ha definito botteghe inutili i presidi locali della polizia municipale, facendo capire che non servono. Vuole centralizzare. Ha promesso incontri e tavoli ma noi non abbiamo percepito questo coinvolgimento. Io ho chiesto informazioni sui vigili che dovrebbero scadere a ottobre. Io ho chiesto pattuglie di zona, un servizio notturno e diurno, un federalismo di zona. Ma non vedo coralità. La figura dell'assessore diventa un mero segnalatore».

Le richieste dei cittadini sono queste: controlli, telecamere, vigili. Tutti i partecipanti agli incontri rimpiangono le pattuglie miste fra esercito e forze dell'ordine: «Con l'esercito in Maciachini andava tutto meglio - dice qualcuno - C'era presidio, adesso la fine del mondo».

La cittadini parlano di vera e propria paura nel prendere i mezzi pubblici. Nel piazzale ex capolinea della gialle vengono segnalati bivacchi, spaccio, furti. Una residenti ad Affori ha aperto il capitolo «Parco delle favole». Ha parlato di 200 telefonate in un mese alla polizia locale. Tutte richieste di intervento per schiamazzi e disturbo della quiete pubblica: musica assordante che non fa dormire, fino a tarda notte. «Bisogna garantire la quiete pubblica - insiste l'assessore Pellegrini - o chiudendo i parchi o contrastando fortemente questi comportamenti. Ma la polizia locale ha otto pattuglie, tutte impegnate in incidenti».

Di via Imbonati si parla meno che di via Padova, ma è cambiata ancor più radicalmente: «Non c'è più un negozio italiano». E non è lo spirito patriottico il problema. Le segnalazioni, intanto, parlano di traffici strani. Nelle vicine vie Stelvio e Farini un gruppo di residenti si è attivato con una petizione: 400 firme presentate pochi mesi fa.

«Viale Stelvio, soprattutto nel tratto che va da via Paolo Bassi a via Farini - si leggeva - è diventata una zona insicura per i cittadini, soprattutto per i bambini del vicino oratorio Fontana di via Paolo Bassi 3». E oggi? «La situazione è peggiorata, il quartiere oggi è abbandonato». Si parla addirittura di prostituzione anche nei bagni di locali o negozi.

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