Dopo aver letto sul Giornale del furto del camioncino la fondazione Sala ne ha acquistato uno nuovo

I disabili assistiti dall'associazione Alatha onlus tornano a sorridere. L'associazione di via Savona ha ricevuto un regalo enorme da parte della fondazione Sala Clelia e Sala Elsa, presieduta da Maria De Peppo: un pulmino Fiat Doblò. Una sorpresa super gradita che mette fine all'incubo dell'ultimo mese: la onlus infatti all'inizio di febbraio aveva subito il furto di un furgoncino da otto posti attrezzato per il trasporto dei disabili. Con i sedili studiati apposta, le maniglie, lo scivolo per le carrozzine.
Da quel giorno è diventato difficilissimo per i volontari passare a prendere tutti i ragazzi seguiti solitamente, accompagnarli a scuola, al lavoro o all'università. E soprattutto in bocca era rimasta parecchia amarezza: rubare un furgoncino è reato, rubarlo ai disabili aggiunge una dose di cattiveria e di inciviltà difficile da digerire.
«Ricomprare il furgoncino - aveva spiegato la coordinatrice di Alatha - ci costerebbe circa 50mila euro ed è una spesa che non possiamo permetterci». Da quel momento si è messo in moto il passa parola e si è mossa la catena della solidarietà. Fino a che la voce è giunta a Maria De Peppo. La onlus Alatha ha talmente gradito l'atto di generosità che giovedì ha anche organizzato un'inaugurazione ufficiale del nuovo pulmino, una specie di festa-ringraziamento per chi si è dato da fare per i disabili. Il camioncino Fiat Doblò verrà benedetto nella chiesa San Francesca romana, via Alvise Cadamosto.
E aiuterà a far ripartire tutte le attività, come sempre.
Purtroppo la onlus ha dovuto più volte fare i conti con i furti. Nel mese di ottobre ignoti si sono intrufolati nel cortile di via Savona, sono entrati nel garage dell'associazione ed hanno tagliato le gomme di sei mezzi. Un danno che ha paralizzato temporaneamente, ma senza preavviso per i disabili, le attività.
«In quell'occasione - spiegano le assistenti - abbiamo dovuto sospendere i servizi, lasciando a casa persone che avrebbero dovuto recarsi in facoltà, al lavoro, nei centri diurni o semplicemente dal medico per una visita». I sei mezzi con le 24 gomme tagliate non erano nemmeno coperti da assicurazione per atti vandalici. E il costo dell'officina era ricaduto tutto sulle spalle dell'associazione che, ovviamente, non naviga nell'oro.

«In Italia - aveva denunciato in quell'occasione la presidente dell'onlus - siamo messi proprio male poiché un atto di inciviltà verso Alatha è un atto di inciviltà nei confronti delle fasce più svantaggiate. Perché prendersela con i più sfortunati?». Tuttavia se c'è chi non pensa ai danni che può provocare, sull'altro piatto della bilancia c'è chi sa fare del bene e pensa ai bisogni altrui.