Cronaca locale

Braccio di ferro sui «ponti» I sindacati sulle barricate

Braccio di ferro sui «ponti» I sindacati sulle barricate

Al via le commemorazioni per la festa della Liberazione. Ieri il vicesindaco Lucia De Cesaris ha partecipato alla cerimonia in occasione del 70esimo anniversario degli scioperi del marzo '44 dei lavoratori dell'Atm al deposito di via Teodosio 89. È prevista per questa mattina alle 10, invece, la cerimonia al campo della Gloria al Cimitero Maggiore, con la deposizione delle corone a ricordo dei partigiani, dei militari italiani caduti, dei milanesi deportati nei lager nazisti a seguito della persecuzione antisemita e della opposizione al regime nazifascista.
Domani sarà la volta dello storico corteo organizzato dall'Associazione Nazionale Partigiani Italiani che partirà alle 14 da corso Venezia fino a piazza Duomo, dove è stato allestito il palco. Previsti dalle 15.30 gli interventi di Carlo Smuraglia, presidente di Anpi e Luigi Angeletti, segretario generale Uil. La sezione Anpi di zona 1 ha organizzato per la mattinata una biciclettata per la deposizione delle corone ai caduti della Resistenza e alle vittime della deportazione e della violenza fascista della zona.
Ma il 25 aprile dei commercianti non sarà una giornata di festa, anzi. Continua a tenere banco la polemica sulle aperture nei giorni di festa, come appunto il 25 aprile e il 1 maggio con i sindacati che invitano allo sciopero, e alcune associazioni di vie che invece sostengono la bontà delle aperture straordinarie. Si parte dal una constatazione: le liberalizzazioni degli orari e delle aperture domenicali e festive attuate dal decreto Salva Italia - sostengono i sindacati - non hanno portato nessun incremento dell'occupazione nè dei consumi. «Filcams, Fisascat e Uiltucs di Milano invitano tutte le lavoratrici e i lavoratori ad astenersi dal prestare la propria attività lavorativa nelle giornate del 25 Aprile e 1° Maggio».

Ma non la pensano così tutti i commercianti, come quelli di Buenos Aires e di Duomo che ritengono «assurdo chiudere le porte in faccia ai turisti che arrivano in città».

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