Scuote la testa, ma sorride sempre. «Lo so, ci tireremo addosso delle critiche: non tutti condivideranno la scelta di arrestare un 19enne in classe, davanti ai compagni. Di portarlo via così, facendolo scoppiare in lacrime. La priorità, però, in questo caso, era il messaggio da mandare agli allievi della scuola. A tutti i ragazzi del quartiere che vendono hashish o marijuana tra i banchi o nei giardini degli istituti, delle loro scuole. E doveva arrivare chiaro e forte: siamo convinti servirà come deterrente».
Il vicequestore aggiunto Antonio D'Urso, 47enne di Catania, dirige il commissariato di Quarto Oggiaro e già un anno fa aveva arrestato un ragazzo che spacciava nella sua scuola davanti a tutti gli altri. Può sembrare un tipo originale D'Urso, magari farà anche discutere, ma non si può dire che non sia radicato sul territorio. Tutte le settimane, in un quartiere storicamente «ostile» come Quarto, incontra i comitati a Villa Scheibler. Tutti hanno la sua mail, gli scrivono anche degli anonimi per segnalargli delle criticità della zona. E lui, forte dell'esperienza di Legnano - dove, per parlare di truffe agli anziani, era salito sul pulpito di una chiesa la domenica mattina, ottenendo successo e soprattutto risultati - è pronto ad ascoltare tutti.
Così, quando qualche tempo fa D'Urso è stato contattato da un gruppo di studenti dell'istituto superiore «Marelli-Dudovich» di via Amoretti, vessati da qualche mese sempre più insistentemente da un compagno del terzo anno particolarmente «esperto» in atti di bullismo nonché spacciatore in erba, anche il preside Andrea Di Mario ha dato, sollevato, il suo okay affinché ci fosse un'intervento d'effetto. Secondo una circolare voluta dal questore Luigi Savina e inviata in tutti i commissariati della città, infatti, la questura ha predisposto interventi giornalieri dei cani anti droga negli istituti superiori e nelle terze classi delle scuole medie. Coscienti sia questa consolidata volontà ma anche dell'esperienza maturata a Quarto Oggiaro, D'Urso e i suoi uomini lunedì, intorno alle 10, si sono presentati a scuola a sorpresa, facendo uscire gli studenti dall'aula per permettere al cane antidroga di controllare i loro zaini. In uno sono state trovate 6 dosi già confezionate di hashish e a quel punto è stato mostrato a tutti chi era il proprietario della sostanza. Al bullo è stato annunciato che sarebbe avvenuta una perquisizione a casa sua e lui, che non ha mai smesso di piangere da quando ha visto i poliziotti, ha spiegato che l denaro ricavato dalla vendita dello stupefacente gli serviva «per arrotondare la paghetta settimanale». Nell'appartamento di Caronno Pertusella (Varese) dove il ragazzo abita con i genitori (due operai, «brave persone ignare del comportamento del figlio» assicura d'Urso), sono stati trovati altri 50 grammi di stupefacente. Messo ai domiciliari, ieri mattina il 19enne è tornato in libertà (è incensurato) e verrà processato il prossimo 20 maggio.
D'Urso
e Di Mario, intanto, hanno creato un'ottima collaborazione che, con l'aiuto dei ragazzi e degli insegnanti, potrebbe dare ottimi risultati. «È un combattente» è il complimento che si rivolgono a vicenda. Ed è la verità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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