Cenacolo, cancellate per sciopero tutte le visite

Si fermano i lavoratori di bookshop e biglietteria. Scongiurata invece l'agitazione del 21

Otto turni di visite cancellati. È successo ieri al Cenacolo vinciano dalle 12 alle 14 per la mobilitazione dei lavoratori. Oggetto della protesta: l'assenza chiara della clausola sociale nell'appalto destinato a cambiare gestione alla biglietteria e al book shop. Giornata tesa quella dei dipendenti dei servizi esterni di bookshop e biglietteria che avevano indetto uno sciopero per sabato 21 aprile, in pieno Salone del Mobile, revocato in serata, in seguito alla convocazione per il 20 aprile un tavolo di confronto. «Dopo faremo le valutazioni necessarie in base all'esito dell'incontro spiegano i lavoratori obiettivo la garanzia di continuità professionale e di trattamento. In mattinata era intervenuto anche il sindaco Beppe Sala per scongiurare uno sciopero che avrebbe creato un enorme danno di immagine per la città, sotto i riflettori di tutto il mondo per la Settimana internazionale del design. «Comprendo le ragioni del personale del Cenacolo Vinciano e sono disponibile ad attivarmi affinché venga individuata una soluzione - il suo post su facebook -. Chiedo però la conferma della sospensione dello sciopero: tutti dobbiamo collaborare perché a Milano nelle settimane di maggiore affluenza di visitatori, soprattutto stranieri, le cose funzionino al meglio».

«L'amministrazione apprezza la volontà dei lavoratori del Museo Del Cenacolo Vinciano di non dare seguito allo sciopero - ha commentato l'assessore alle Politiche per il Lavoro Cristina Tajani durante l'audizione dei lavoratori del museo in Commissione -. Seguiamo da vicino e con attenzione l'evolversi della loro situazione, nata a seguito della pubblicazione della gara per la gestione dei servizi museali per i prossimi quattro anni».

In sostanza: dal 1998 il Ministero per i beni culturali appalta a concessionari la gestione dei servizi di biglietteria, bookshop e prenotazione del le visite all'Ultima Cena. «In questi 20 anni, nei bandi, i lavoratori addetti a questi servizi sono stati assorbiti dalle società subentranti, grazie all'inserimento della clausola sociale nei capitolati di gara - spiegano i sindacati -.

Nel 2015 il ministro Dario Franceschini ha sottoscritto un accordo con la Consip (ente preposto alle gare nei servizi pubblici) affinché nei capitolati fosse sempre inserita la clausola sociale, ma nel capitolato dell'ultima gara la clausola non assicura la continuità occupazionale agli attuali 18 lavoratori.

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