Cento semafori fuorilegge in città

In piazzale Lotto è l'ora di punta, circa le sei del pomeriggio. Diverse centinaia di auto sono incolonnate all'incrocio con via Vigliani, dove il traffico è spezzato in due. Le auto ripartono con incertezza perché automobilisti e pedoni restano disorientati per diversi secondi di fronte al semaforo: dopo il verde, che dura circa venti secondi, il giallo scatta, ma per tutta la sua durata è ancora in sincronia con il verde. Sembra una cosa da poco, ma è facile notare come ogni secondo d'incertezza, a Milano, rallenti il traffico in modo catastrofico. In Italia il legislatore si è accorto della sbavatura nella sincronizzazione delle luci dei semafori già vent'anni fa, e considerandola una modalità non conforme, non l'hanno prevista nell'articolo 41 e nelle relative norme di attuazione del Codice della strada del 1992. In città, però, l'adeguamento si è mosso con una lentezza inquietante. Dai dati del settore Traffico dell'assessorato all'Ambiente, sono 720 gli impianti semaforici, non singole lanterne - che sono circa tremila - ma sistemi di semafori che regolano gli incroci. Tra loro, più di cento non seguono i dettami del codice: un incrocio su sette.
All'anomala sincronia tra il verde e il giallo si somma la mancanza di sincronia tra tutte le lanterne dell'impianto: è verde -o meglio gialloverde - in contemporanea per i pedoni che devono attraversare sul piazzale e per le auto che devono svoltare in via Vigliani. Succede, almeno venti volte in cinque minuti e le imprecazioni si accumulano. Il bello è che avrebbero ragione entrambi. Casi del genere in città non si contano e danno anch'esse origine alla maggior parte dei contenziosi con il Comune riguardanti i semafori.
Per festeggiare il ventennale dell'inadempienza, nel bilancio del 2012 il Comune ha stanziato 3 milioni per la manutenzione e il rinnovo dell'illuminazione urbana, comprendendo anche l'adeguamento o la sostituzione dei semafori nel piano triennale delle opere. Salvo poi non eseguire gli interventi di riadeguamento delle lanterne semaforiche, prendendo anzi in considerazione altre soluzioni. Che per fortuna, fa notare l'esperto Maurizio Caprino, che ha segnalato il problema sul suo blog, non hanno avuto luogo. «C'è il rischio di contenzioso - afferma il giornalista - se a un semaforo non in regola si associa un controllo automatico del passaggio col rosso. E speriamo che alla giunta Pisapia non venga in mente di aggiungere il controllo automatico del rispetto della linea di arresto, reso possibile da un'interpretazione cavillosa della riforma 2010 del Codice della strada e già adottata da amministratori locali che evidentemente vogliono solo fare cassa». Gli fa eco Vito Dattolico, ex giudice di pace a Milano: «Si tratta di un'anomalia molto grave, e se si verificassero incidenti per tale ragione, i contenziosi sarebbero più che giustificati».

Dall'assessorato alla Mobilità, guidato da Pierfrancesco Maran, i tecnici fanno sapere che gli adeguamenti alla normativa sono stati inseriti in una voce apposita del nuovo bilancio. Ma si procederà con lentezza, forse perché il giallo dei semafori in città assomiglia piuttosto a un arancione, e magari la giunta del sindaco Pisapia ci si è affezionata.

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