Nuova tappa di avvicinamento alle Comunali nella casa del centrodestra. È il giorno del vertice a tre, fra i leader di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia. Al centro del summit, che stasera vedrà protagonisti Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, c'è la scelta di idee e nomi da schierare alle elezioni della prossima primavera, nel turno amministrativo che porterà alle urne milioni di elettori delle principali città italiane, tra cui Milano e Roma. A Milano, sul tavolo, al momento ci sono tre-quattro ipotesi (un paio forse tramontate), più un paio di carte che vengono lasciate volutamente coperte. Il nome più forte al momento è ancora quello del direttore del Giornale Alessandro Sallusti, che però sta valutando attentamente le condizioni politiche di questo passo. Intervistato ieri sera al teatro Manzoni da Edoardo Sylos Labini, Sallusti si è mostrato cauto sul suo possibile impegno: «Non so se sarò candidato - ha detto - è vero che mi è stata chiesta questa disponibilità, ma direi che è presto per prendere una decisione». L'idea è di aspettare anche le mosse altrui. Già molto netto, comunque, il giudizio sui possibili avversari, a partire da Giuseppe Sala: «È un Monti di serie B - la sferzata - un burocrate senza bandiera». «Quello di Sallusti è un ottimo nome - assicura il segretario della Lega Matteo Salvini - ma se non dovesse essere lui stiamo già lavorando su quelli di due imprenditori». L'ipotesi che possa candidarsi l'ex presidente dell'Inter Ernesto Pellegrini appare scartata per l'indisponibilità dell'imprenditore, su cui molto si era fantasticato anche per una recente cena «a sorpresa» di Berlusconi nel suo ristorante «Ruben». La posizione dell'ex ministro Maurizio Lupi è completamente bloccata per ragioni puramente politiche: il sostegno di Ncd al governo di centrosinistra impedisce anche solo una possibile alleanza del «cespuglio» alfaniano coi partiti di centrodestra: letteralmente impossibile che il capogruppo di una formazione arenata su posizioni simili possa avere il sostegno di Fi, Lega e Fdi. Un altro nome importante, quello dell'ex vicesindaco Riccardo De Corato, è solido e rispettato ma a oggi è una bandiera a cui potrebbe ricorrere il suo partito in caso di corsa a sé.La spaccatura, però, non è nell'aria. Il clima della vigilia è buono e i tre partiti, legati da un patto di lealtà reciproco, riconoscono nella stretta di mano di Bologna un punto di partenza forte da cui partire. Il valore politico del test, comunque, è un dato da non sottovalutare, dal momento che proprio Roma potrebbe rappresentare un fattore di fibrillazione imprevisto capace di propagare i suoi effetti fino in Lombardia. «Lo scorso vertice - spiega Carlo Fidanza, responsabile enti locali di Fdi - ha sancito un principio chiaro: il centrodestra correrà unito nelle grandi città. Fratelli d'Italia non fa questioni di bandiere di partito: vogliamo candidati chiaramente di centrodestra e in grado di vincere».
Per tutte queste implicazioni, non è affatto detto, dunque, che già stasera si arrivi a una decisione. Anzi, è probabile che sarà necessario un ulteriore momento di decantazione. D'altra parte il fronte avverso arriva all'appuntamento col fiatone. E il centrodestra vuole godersi lo spettacolo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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