«Se riuscirò a ottenere giustizia dopo quel che mi è capitato, voglio fondare un'associazione medica a tutela dei concorsi pubblici e la chiamerò Meritocrazia nel pubblico impiego, legalità e trasparenza. Chi vuole aderire può contattarmi».
La sanità, soprattutto quella lombarda, deve molto a un professionista serio e preparato come Rosario Spagnolo, 60 anni, calabrese, a Milano dall'età di 6 anni e ortopedico conosciuto da molti primari italiani. Eppure quest'uomo - già primario di ortopedia a Imperia e che continua a dedicare la sua esistenza al lavoro (spesso gratis) - non è nemmeno riuscito a entrare nella terna di candidati aspiranti al concorso per primario di ortopedia all'ospedale di Saronno (svoltosi all'azienda ospedaliera di Busto Arsizio) nel giugno scorso. Leggendo l'esito del concorso - pubblicato sul sito dell'azienda - si riscontra che sul suo conto emergono bizzarre inesattezze. Basti pensare che Spagnolo ha iniziato la sua attività di medico nel 1985 e sul sito dell'ospedale sono spariti ben dieci anni di carriera: per l'azienda ospedaliera di Busto l'inizio della sua attività di medico risale infatti solo al 1995!
«Inoltre - ci spiega il medico - non hanno nemmeno menzionato l'incarico ad alta specializzazione con autonomia professionale che ho svolto a Niguarda e nemmeno il fatto che sono stato consulente ospedaliero per la chirurgia del bacino presso l'ospedale di Empoli dal 2009 al 2011, all'ospedale di Treviglio-Caravaggio nel 2010. Quindi hanno evidenziato i circa 2mila interventi svolti in dieci anni (5mila in tutta la carriera, ndr ), sottolineando però che mi occupo prevalentemente di traumatologia, invece io faccio anche altro. Dulcis in fundo, delle dieci pubblicazioni recensite a livello internazionale e da me presentate, solo due per la commissione erano valutabili, mentre quelle degli altri colleghi erano tutte valutabili anche se pubblicate solo su riviste nazionali».
«Al colloquio orale - racconta Spagnolo - dopo avermi chiesto come avrei gestito un paziente anziano con frattura di femore prossimale, un primario della commissione mi ha bloccato asserendo che prima si deve fare la radiografia del bacino e poi la valutazione clinica. Questo contro ogni protocollo nazionale e internazionale, che sostiene che innanzitutto ci deve essere la valutazione clinica del paziente e solo successivamente lo studio radiografico. Cioè esattamente ciò che avevo risposto io!».
Spagnolo, dopo la laurea specialistica, ha lavorato dall'81 al Niguarda dove, 4 anni dopo, è stato assunto come assistente ortopedico e tra il 2004 e il 2008 ha avuto incarichi ad alta specializzazione con autonomia professionale. Attualmente lavora come libero professionista all'ospedale di Romano di Lombardia, per l'azienda di Treviglio-Caravaggio.
«All'esame non hanno tenuto conto nemmeno dei miei titoli di carriera - non considerando così il decreto del Presidente della Repubblica 484/97 - degli anni accumulati come professionista nelle strutture pubbliche: è così che mi hanno tolto addirittura dieci anni di professione! All'orale, poi, ho avuto il punteggio più basso e quando ho chiesto spiegazioni al direttore generale dell'azienda ospedaliera di Busto mi ha risposto che non poteva sindacare quanto deciso dalla commissione medica. La stessa risposta me l'hanno data tutte le istituzioni della Regione a cui mi sono rivolto. Così ho fatto un esposto alla Procura di Busto Arsizio, ma ancora non avuto notizie. Ho scritto anche Silvio Berlusconi, a Matteo Renzi, al ministro della Salute Beatrice Lorenzin: le problematiche dei concorsi negli ospedali, non solo il mio, sono molteplici e bisogna fare chiarezza!».
«Non giudico la professionalità dei colleghi
del concorso, ma i gravi errori commessi da chi era deputato a valutare gli anni e titoli di carriera. Non voglio il primariato per forza - conclude Spagnolo -, ma insisto perché legalità e trasparenza vengano rispettate».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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