Città metropolitana al voto Sfida sui nomi e le alleanze

Ncd mostra i muscoli ma spera nella lista unica di centrodestra Forza Italia avverte: «Non si può stare insieme a giorni alterni»

Centrodestra unito o liste di partito? Il voto per il Consiglio metropolitano è la partita politica del momento. Il centrodestra è al lavoro e la scadenza è l'8 settembre, quando si dovranno presentare le liste da sottoporre al voto di 2.050 amministratori locali della provincia (ente in via di smantellamento), per formare questo organismo di 24 componenti cui è demandato il compito di scrivere lo statuto della città metropolitana, stabilendo competenze e regole di funzionamento.

Nel centrodestra il dubbio è sulla reale volontà (e utilità) di una lista comune fra Forza Italia, Ncd, Lega e Fdi. Nel partito principale si sta valutando l'opzione delle alleanze. Qualcuno, come il coordinatore cittadino Giulio Gallera, pone l'accento sul valore politico dell'appuntamento, anche in vista delle Comunali di Milano 2016. «Una lista unitaria sarebbe un bel segnale - dichiara - certo con la responsabilità di tutti e col riconoscimento della generosità di Forza Italia». In effetti gli azzurri dovrebbero «donare il sangue», forse anche in termini di rappresentanza. I seggi che dovrebbero toccare all'opposizione sono 7-8 e lasciarne 3-4 metà ad alleati (e magari liste civiche) sarebbe un sacrificio. I «Fratelli d'Italia» sono molto contrariati per la riforma e la loro linea è: ci saremo solo se si dà all'appuntamento un valore politico forte anti-sinistra: «La tentazione di stare fuori c'è - conferma Marco Osnato - ma potrebbe anche essere un'occasione per denunciare le inadeguatezze di Pisapia presentando un progetto politico forte e alternativo». Fdi può contare su una cinquantina di eletti (più i civici) e i numeri sono fondamentali per tutti: sotto le liste servono infatti 104 firme di amministratori locali e non è detto che tutti riescano a trovarle. Anche la Lega, che pure ha molti eletti nei Comuni del Milanese, potrebbe considerare più comoda una soluzione unitaria. Il nodo però è soprattutto Ncd. Il coordinatore provinciale Luca Del Gobbo conta fra 100 e 120 consiglieri suoi. Auspica un'alleanza ma avverte anche che Ncd si sta già preparando, in caso contrario, a correre da sola: «Ci stiamo organizzando con gli eletti di Ncd, Udc, Ppi e Scelta civica - dice - però io ho rilanciato la possibilità di verificare un tavolo comune. La prospettiva per noi è la ricostruzione dell'area moderata, anche come inizio di un lavoro per una proposta da presentare ai milanesi». In Forza Italia non si chiude ma molti fanno notare l'incoerenza di Ncd, che nel formare la nuova giunta avrebbe proceduto in modo unilaterale. Passaggi politici necessari, dunque, potrebbero essere un rimpasto a Palazzo Isimbardi (dal valore politico, visto che l'ente è in ordinaria amministrazione) e magari anche una revisione dei rapporti in Regione. Per ciò che riguarda la Provincia, il presidente Guido Podestà è scettico: «Nel rimpasto di poche settimane fa - replica - non è uscito nessuno di Forza Italia. Suona strano ciò che sento a tal proposito, anche alla luce delle recenti nomine nel cda di Afol. Io condivido l'idea di un'azione unitaria - aggiunge - e credo che non ci servano le polemiche. Se saremo uniti avremo dei buoni risultati». Il vice coordinatore comunale di Fi Andrea Mascaretti riflette: «La nostra disponibilità c'è ma non si può essere alleati a giorni alterni».

La questione, per Forza Italia, nei prossimi giorni sarà sottoposta ai coordinatori della «filiera» città- provincia-regione (Luca Squeri e Mariastella Gelmini, oltre a Gallera) e risentirà anche del clima politico nazionale.

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