Città della salute Un giallo finale ma oggi Sesto avrà la sua firma

La conferenza stampa non ci sarà: perché il ministro della Salute Beatrice Lorenzin è stata all'ultimo momento assorbita da altri impegni. Ma è un ultimo inciampo che non dovrebbe impedire che questa mattina a Palazzo Lombardia si compia l'ultimo passo della lunga e accidentata strada dell'accordo per la Città della Salute. La Città si farà, e si farà a Sesto San Giovanni, in una parte della gigantesca area dismessa della Falck. Qui, in un polo clinico e scientifico avanzato, traslocheranno l'Istituto dei tumori di via Venezian e il Neurologico Besta di via Golgi, due strutture storiche della sanità milanese che all'eccellenza clinica da anni non uniscono più una struttura adeguata.
É il compimento del percorso imboccato da Roberto Formigoni quando, dopo il tramonto dell'idea di fare tutto a Vialba, aveva raccolto candidature alternative: e tra l'offerta concreta di Sesto San Giovanni e il vago progetto del comune di Milano, che per tenere tutto sul suo territorio aveva offerto un area di proprietà dell'esercito, aveva puntato risolutamente su Sesto. Prima che il nutrito e agguerrito partito «pro Milano» si arrendesse sono passati mesi. Alla fine, davanti all'ineluttabile, il sindaco Giuliano Pisapia ha preferito sfilarsi del tutto dall'operazione.

Così oggi a firmare ci saranno solo Bobo Maroni, il sindaco sestese Monica Chittò, e Davide Bizzi: l'imprenditore che ha comprato tutta l'area Falck, del cui sviluppo urbanistico punta a fare della Città della salute un volano. A Bizzi ora tocca la grana più grossa: fare in modo che le bonifiche inizino subito e siano fatte bene.

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