Nel parapiglia, mentre in quattro cercavano di bloccare l'energumeno, è partita la coltellata che l'ha preso in pieno petto. Ma nella concitazione del momento non se n'è accorto. Solo dopo, ammanettato l'esagitato, il poliziotto ha sentito il dolore, si è toccato scoprendo la giubba piena di sangue. Portato in ospedale, i medici hanno scoperto una ferita, piccola ma giusto in corrispondenza del cuore.
Marco C., è un agente scelto di 28 anni, da otto è in polizia, dal 2008 in servizio alle volanti. L'altro pomeriggio è di pattuglia sulla «Romana» quando alle 16 dal dormitorio pubblico di viale Ortles arriva una richiesta d'aiuto. Qui c'è infatti un sudanese di 26 anni, rifugiato politico da tempo ospite in un residence di Pieve Emanuele, piuttosto molesto. Sta infatti facendo violente scenate di gelosia alla sua donna, una romena di 37 anni e già alle 15 era intervenuto l'equipaggio della «Mecenate bis» per calmarlo. La volante ora è troppo lontana per arrivare tempestivamente e quindi lascia l'intervento ai colleghi.
La «Romana» arriva al dormitorio e trova in strada l'africano ormai fuori controllo. Marco e il collega scendono e si avvicinano per tranquillizzarlo ma appena sono a tiro questi sfodera un coltellaccio da cucina lungo 20 centimetri e comincia a menare fendenti. I due agenti cercano di tenerlo a bada, mentre nel frattempo arriva in ausilio anche la «Mecenate bis». I poliziotti senza estrarre le pistole, lo stringono verso il muro quindi gli saltano addosso bloccandolo. L'africano si dibatte come un animale ferito poi viene ammanettato.
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