di Antonio Ruzzo
Nulla contro il car sharing. Benvenga tutto ciò che contribuisce a offrire un'alternativa nella congestionata mobilità della città. Giusto permettere ai milanesi di scegliere come muoversi tra un ventaglio di possibilità sempre più ampio: auto a noleggio, bici, taxi mezzi pubblici e via così. Va bene tutto. Se poi, come sembra, questo nuovo servizio di car-sharing, è anche a costo zero per le casse del Comune allora ancora meglio. Ma, banalizzando un po', il car-sharing che funziona con lo smartphone, con codici, carte di credito e altra tecnologia applicata non sarà un servizio risolutivo per decongestionare la città. Insomma, non ci sarà la coda di nonne e nonni, operai, casalinghi e studenti che sgomitano per trovare un'auto libera. Certo, darà una mano ma per risolvere il nodo del traffico milanese si deve ripensare il piano della mobilità che non può prescindere da un rafforzamento e da una gestione efficiente dei mezzi pubblici. In città si muove chi va al lavoro, si muovono i pendolari, i padroncini che ogni mattina con i furgoni scaricano e caricano le merci, le mamme che accompagnano a scuola i figli, gli studenti e chissà quanti altri ancora. Molte città europee hanno rivisto cercando di scaglionarli gli ingressi; qualcun'altra ha creato delle piattaforme per lo scarico delle merci che vengono poi trasportate ai negozi da corrieri che fanno da collettori e quindi con un viaggio fanno più consegne; altre ancora hanno puntato tutto sui parcheggi di corrispondenza rendendoli più economici e serviti. Il punto è qui. Se un'amministrazione vuole convincere i suoi cittadini a non usare l'auto deve essere in grado di offrire un'alternativa che funzioni e che non abbia costi altissimi. E ciò che sta succedendo, con Atm in questi ultimi tempi non sembra andare in questa direzione: è stato prolungato l'orario estivo con relativo taglio delle corse, sono pronti a scattare gli aumenti degli abbonamenti, si parla anche di una aumento del biglietto a 1,70 euro. Non dimenticando la contraddizione di Area C: si fa pagare l'ingresso in centro per disincentivare l'uso dell'auto a favore dei mezzi pubblici e poi si aumentano le tariffe di tram e metro. Difficile da capire.
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