Una diffida da parte del Comune. La colpa: avere usato un'espressione «di proprietà» di Palazzo Marino. Destinatari di questa kafkiana lettera i commercianti di corso Buenos Aires, o meglio dell'associazione AscoBaires che riunisce un centinaio su 350 esercizi commerciali della via.
I fatti: domenica prossima sarà una giornata senz'auto. Per l'occasione i negozianti della via commerciale più lunga d'Europa hanno deciso di tenere aperti i negozi dalle 10 alle 20 e di pubblicizzare l'iniziativa affiggendo uno striscione lungo il corso e volantini sulle vetrine. Costo dell'operazione, completamente autofinanziata, 1500 euro. Fin qui nulla di strano, e non è certo la prima volta che l'associazione di via e Confcommercio, pubblicizzano eventi del genere o programmano aperture straordinarie. Peccato però aver usato la parola tabù «miglio» di proprietà, secondo il direttore del Settore Zona 3, del Comune di Milano. «Un miglio di shopping un miglio di sport» recita lo striscione che campeggia da lunedì sul corso, che appunto «è lungo un miglio» come spiega Gabriel Meghnagi, presidente dell'associazione AscoBaires. Il consiglio di zona 3 ha organizzato, per la stessa domenica, una manifestazione dal titolo «Un miglio di sport». Dalle 10 alle 18 lungo il corso saranno allestiti stand dedicati alle discipline sportive realizzate dalle associazioni di zona. I cittadini sono invitati ad assistere alle «dimostrazioni» e a partecipare, giocare o lasciarsi guidare in semplici esercizi.
Il direttore del Settore Zona 3 Giovanni Campagna ha scritto una lettera al presidente di AscoBaires per «invitarlo ad astenersi nel continuare tale promozione pubblicitaria - recita la missiva - in quanto la prosecuzione dell'intento potrebbe suffragare ulteriori iniziative dei competenti organi comunali per la tutela delle attività amministrative attuate nell'interesse dei cittadini milanesi». In sostanza il rischio di una denuncia da parte dell'amministrazione. Il motivo appunto la parola Miglio di sport: «Ogni forma e divulgazione dell'evento Un miglio di sport appartiene al Comune, in special modo al consiglio di zona 3: unico soggetto istituzionale, promotore e organizzatore e responsabile del citato evento ogni altra modalità di comunicazione o di utilizzo improprio del contenuto della manifestazione in esame non può che generare confusione tra i cittadini stessi o sovrapposizione di iniziative che potrebbero distogliere l'attenzione dall'obiettivo di tale manifestazione, ossia invitare i cittadini a partecipare alla promozione di attività sportive previste per la giornata domenicale».
Furibondo il presidente di AscoBaires, Meghnagi: «Da quando la parola miglio è di proprietà del Comune? Si dà il caso che Buenos Aires sia lungo un miglio! Abbiamo voluto semplicemente sponsorizzare, a spese nostre, l'apertura straordinaria dei negozi, penalizzati dalla domenica ecologica, non vedo che male ci sia. Il messaggio che volevamo veicolare era: camminando lungo corso si fa shopping e si fa sport. Nessuno ci ha amai trattati così, avrebbero dovuto ringraziarci piuttosto. Ci denuncino pure, così sapremo come difenderci». Furibondo anche Pierangelo Bernasconi, della storica pasticceria San Gregorio: «Non abbiamo voluto certo fare un dispetto al Comune, ma non capisco proprio il senso di questa inutile polemica».
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