Danneggiata la targa per Pinelli Sala: «Subito una lapide nuova»

Il monumento vandalizzato nella notte. Ora indaga la Digos

La targa dedicata a Giuseppe Pinelli in piazzale Segesta è stata vandalizzata. La lapide in memoria del ferroviere anarchico era stata inaugurata a dicembre in occasione del cinquantesimo anniversario della strage di piazza Fontana. Sul danneggiamento indaga la Digos.

«La targa dedicata a Giuseppe Pinelli dal Comune di Milano nella ricorrenza del cinquantesimo anniversario di piazza Fontana e della tragica fine di Pinelli diciottesima vittima - spiega il presidente provinciale dell'Anpi Roberto Cenati - è stata oltraggiata e spaccata. La gravissima provocazione è avvenuta in piazzale Segesta». Ad accorgersi del danno, nella mattinata di ieri, sono stati due presidenti della sezione locale dell'Associazione nazionale partigiani. «Chiediamo alle autorità di individuare i responsabili di questo ignobile atto», aggiunge Cenati. La targa si presenta ora con la parte superiore completamente spaccata.

La Digos sta effettuando gli accertamenti necessari per individuare gli autori del gesto. In una nota il segretario metropolitano del Pd Silvia Roggiani ha definito «infame e indegno la sfregio alla targa: un gesto ignobile, a soli due mesi dalla sua inaugurazione, voluta dal sindaco Sala a 50 anni dalla morte del ferroviere anarchico, entrato vivo e uscito morto tre giorni dopo dalla questura di Milano, nel dicembre del 1969. Un'offesa, non solo alla famiglia, ma alla città tutta che considera quella targa il simbolo di un riconoscimento alla figura e alla memoria di Pino Pinelli, 18esima vittima della strage di piazza Fontana». Mentre il sindaco Giuseppe Sala ha scritto sul proprio profilo Facebook: «Non basterà quanto accaduto la scorsa notte in piazzale Segesta a fermare la nostra volontà di restituire a Giuseppe Pinelli giustizia e rispetto. Lo scorso 12 dicembre alla presenza del presidente della Repubblica Mattarella abbiamo commemorato le vittime della strage di piazza Fontana.

Pochi giorni prima sono stato io a scoprire quella lapide e a chiedere scusa alla famiglia Pinelli, per cui posso già dire che rimetteremo una nuova lapide lì dove l'abbiamo posata, a testimonianza di una città che conosce, vuole e difende la verità».

CBas

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