Ci sono storie che finiscono nei libri e storie che rimangono nei cassetti. E non è detto che queste ultime siano meno degne di essere raccontate, se è vero che dai piccoli tasselli emergono spesso nuove e originali prospettive sul mosaico della Grande Storia. La sfida, in questi casi, è scavare a ritroso e ridare voce a fatti, volti e ricordi che rischiano di sparire, pagine bianche come quelle evocate da Renato Boeri, comandante della Brigata Stefanoni, in una dedica alla sua amata Bianca Colombo del 23 febbraio 1945, con tanto di foto ingiallita e firma in bella grafia: «A Bianca, la prima pagina deve restare come il suo nome: bianca. Ma sino a quando?». È una delle 100 pagine di diario che, insieme a 200 fotografie d'epoca e 157 lettere risalenti agli anni '40 del secolo scorso, hanno messo insieme i curatori della mostra «Voci dal fronte e dai campi di prigionia. La II Guerra mondiale in una mostra raccolta, narrata e condivisa», un progetto di public history ospitato negli spazi di Cascina Cuccagna fino a questa domenica nell'ambito delle Settimane della memoria. Tanta pazienza e spirito di riscoperta per un'esposizione che, spiega Alessandra Licheri di Cascina Cuccagna, nasce dodici mesi fa: «Lo scorso febbraio, in concomitanza con la mostra 1935-1945: la guerra e l'altra resistenza abbiamo avviato un lavoro di raccolta di materiali da archivi privati sul tema della seconda guerra mondiale. Oggi siamo pronti a presentare il risultato».
I cittadini sono i veri protagonisti, perché «è proprio grazie al loro coinvolgimento che è stato possibile mettere in rete documenti, lettere, diari, fotografie che altrimenti sarebbero rimasti nascosti in qualche cassetto, persi con il passare delle generazioni». Tre le aree tematiche: il fronte, i campi di prigionia e la resistenza partigiana. La storia, vista e vissuta dalla gente comune, regala toni intimi, sguardi addolorati e nostalgici, percezione dell'assenza e della lontananza dagli affetti più cari: la desolazione negli scatti di Eugenio Nobili dal fronte greco-albanese e dagli accampamenti di Durazzo; i tratti essenziali e un po' naif nei disegni dei campi di prigionia dell'ufficiale Alberto Milani; il folklore e l'ardore dei combattenti indigeni nelle immagini della Campagna d'Africa di Renato Armanini; l'affetto e le rassicurazioni nella lettera di Renato Furini alla fidanzata Lina, il 5 dicembre del '42. Ma la guerra era anche dietro l'angolo, come testimoniano i palazzi sventrati di Largo Augusto, impietosamente ritratti da Alberto Albertini all'indomani dei bombardamenti del 1943. Non manca un contributo video che raccoglie le voci delle persone che hanno aderito al progetto.
Stasera, alle 21, la performance teatrale «Più in là di tutto non si può andare», in collaborazione con la Compagnia Officina Teatrale di Mille&UnaVoce di Cinisello Balsamo, con musiche originali di Pino Martini. La mostra, a ingresso libero e gratuito, è visitabile da martedì a sabato dalle 15.30 alle 19.30, e la domenica dalle 11 alle 20. www.cuccagna.org.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.