Dismissioni inevitabili, ma tasse troppo inique

Dismissioni inevitabili, ma tasse troppo inique

di I l bilancio 2012 del Comune di Milano è il crocevia di importanti scelte che caratterizzeranno il segno politico della Giunta Pisapia anche per il futuro. Le difficoltà sono oggettive ma non mancano contraddizioni e forti segni di iniquità, sopratutto in materia fiscale.
Le dismissioni sono essenziali per far tornare i conti. La priorità andrebbe data ai beni immobiliari senza per questo escludere la cessione di Sea per cui è stato detto e fatto un po’ di tutto. In primo luogo nella vendita iniziale il Comune doveva limitarsi all’offerta congiunta di quote Sea e Serravalle. Ma è inspiegabile la demonizzazione che è stata fatta di F2i, controllata dalla Cassa Depositi e Prestiti, ovvero dello Stato Italiano. Soluzioni alternative, sulla base del bando, non si sono manifestate. Per la vicenda giudiziaria oggi non c’è molto da dire: chi vivrà vedrà. Ma è stato perso di vista l’obiettivo prioritario del rilancio dell’aeroporto di Malpensa che deve iniziare con la nuova regolamentazione dei voli da Linate (Decreto Bersani-bis).
Al di là del criterio con cui si è determinato il valore di 750 milioni, se il Comune ha tutto il diritto di vendere la maggioranza assoluta di Sea, non appare realistica la possibilità di vincolare il nuovo socio alla garanzia effettiva dei futuri livelli occupazionali. Il Comune rimane un interlocutore essenziale, prima di tutto politico, per costruire un percorso nel quale la sua uscita dalla società avvenga con risultati finanziari certi ma con la gradualità temporale necessaria, se Pisapia vuole evitare che il risanamento avvenga con i licenziamenti.
La vendita del 49% della Galleria è invece una opportunità che pone minori problemi e che potrebbe essere effettuata nell’anno in corso con una entrata attorno ai 400 milioni. Tanto per Sea che per la Galleria si avanzano ipotesi di referendum. Consiglio vivamente il Sindaco di riflettere. Non sarebbero atti di coraggio ma una fuga dalle responsabilità e un segno di delegittimazione della Giunta e del Consiglio Comunale che sono stati eletti da tutti i cittadini per governare.


Perché allora non sentire i cittadini su aspetti ben più discutibile come l’aumento dell'addizionale Irpef, oppure sulla stessa Imu? E perché non ascoltarli sul potenziamento dell’edilizia popolare e convenzionata o sulle torbide vicende delle occupazioni abusive o sull’ordine pubblico? Non ci si accorge che le addizionali Irpef, che avrebbero dovuto essere congelate rappresentano l’iniquità peggiore perché premiano oggettivamente una larga fascia di evasione? E che ne è stata della spending review del Comune, anche per quanto riguarda gli stipendi più elevati erogati dalla macchina comunale?
*segretario UIL di Milano e della Lombardia

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