Il prefetto Renato Saccone sorride, ma stavolta scuote anche la testa con pronunciato rammarico. «Quante volte chiediamo ai nostri figli cosa hanno fatto durante il giorno e ci sentiamo rispondere laconicamente niente, per poi vederli sgusciare via, impenetrabili e misteriosi? Ecco: bisogna indagare cosa c'è davvero dietro quel niente. E per farlo, senza far mai prevalere l'effetto repressivo che potrebbe dare effetti nettamente opposti a quelli sperati, credo molto nel ruolo dei genitori, del nucleo familiare. In particolare quando i ragazzi hanno tra i 13 e i 16 anni e sono facili prede del mondo sempre più variegato e infido del mercato della droga».
Per l'iniziativa - confermata ufficialmente da un protocollo siglato ieri mattina in prefettura da Saccone insieme all'assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera e al direttore generale dell'Azienda socio sanitaria territoriale Santi Paolo e Carlo, Matteo Stocco - l'applauso è d'obbligo. Perché nel campo delle tossicodipendenza giovanile le istituzioni e il sistema socio sanitario milanesi stanno creando qualcosa che prima non c'era - che non c'è mai stato - attraverso collaborazioni, esperienze e competenze d'eccellenza, ma soprattutto con estremo impegno ed entusiasmo, caratteristiche fondamentali quando si lavora con e per i ragazzi. «Insieme per capire» prevede infatti la realizzazione di interventi educativi per sondare eventuali situazioni di disagio tra i ragazzi segnalati alla prefettura nell'ambito delle dipendenze giovanili. Verificando se i genitori - primi alleati degli operatori, tutti esperti altamente qualificati - ne siano veramente consapevoli e qualora abbiano un ruolo adeguato nelle problematiche del figlio, aiutarli affinché stimolino il ragazzo o la ragazza a reagire, ad avere fiducia nei sistemi d'aiuto messi a loro disposizione. Per ripartire, per progettare un futuro sano ad ampio respiro, sapendosi orientare anche nel disagio.
A presentare, come lo ha definito Gallera, questo «lavoro articolato, un'alleanza che, dall'impegno e dall'attività fatta nel boschetto di Rogoredo, ora sfida la cultura della droga nei giardini e nelle aree cittadine, uscendo dai servizi e andando dove si trovano i ragazzi, provando a ingaggiarli». Ieri era presente anche uno dei massimi esperti di tossicodipendenze, Riccardo M. Gatti, direttore del Dipartimento interaziendale area dipendenze dell'Asst Santi Paolo e Carlo e con estrema concretezza ha spiegato come il fenomeno della droga non «ri-esplode» perché, purtroppo, le nuove sostanze non sono come i farmaci che quando ne nasce uno nuovo soppianta l'altro, ma semplicemente vanno ad aggiungersi a quelle già esistenti. «Oggi i ragazzi possono trovare una varietà di sostanze di ogni tipo - sottolinea Gatti -: è come andare su Amazon per comprare un cavalletto per la bici e poi finire per acquistare una moto».
Ecco quindi il potenziamento dello Spazio Blu, il servizio di viale Tibaldi 41 dell'Asst rivolto alla
diagnosi e alla cura di minori e giovani assuntori. «In campo psicologi, educatori, psichiatri per aiutare le famiglie a uscire da questa fase e riportare i giovani a essere positivi» conclude l'assessore regionale al Welfare.
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