Con l'Unesco sul punto di dichiararla patrimonio dell'umanità, il lascito dell'Expo milanese potrebbe essere la dieta mediterranea come ricetta per una vecchiaia in buona salute. Perché proprio l'Italia offre nel cibo una continua e inarrestabile creatività e proprio per questo il Padiglione Italia sarà un grande spazio per raccontare colture e culture. «Non bisogna fare alimentazione, bisogna fare mostra di arte culinaria» diceva un maestro come Gualtiero Marchesi le cui parole va a cercare il direttore Cesare Vaciago per raccontarlo. E così si capisce bene perché il commissario generale di sezione per l'Italia Diana Bracco abbia voluto oltre a Vaciago una figura trasversale come Marco Balich e due sociologi come Giuseppe De Rita e Aldo Bonomi. E a crederci è anche il premier Enrico Letta che ieri al Meeting di Rimini ha detto che «abbiamo una grande opportunità: nel 2015 faremo un grande Expo a Milano. Legato ai concetti di tempo, terra e bellezza».
Ad attendere i visitatori le grandi storie di successo italiane come Barilla e Ferrero, gli «assaggini» delle Regioni e un ristorante in cui cucineranno i miglior chef stellati. Ma anche scuole di cucina e maestri pastai che insegneranno a fare la pasta a mano e la pizza. E in mezzo al grande lago anche un albero ayurvedico a rappresentare il futuro e il destino.Il dono di Expo? Cibo come elisir di lunga vita
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