Due verità per i killer del professore

Secondo le testimonianze raccolte dalla squadra mobile di Milano l'ex docente 77enne in pensione Adriano Manesco - trovato ucciso, fatto a pezzi e messo in un trolley a Lodi giovedì sera - quello stesso giorno intorno alle 17 era ancora vivo e a Milano. I suoi presunti assassini, i piacentini Gianluca Civardi 29 anni e il 31enne Paolo Grassi li incontrerà più tardi. Lo darebbero per certo non solo alcune testimonianze di persone che hanno visto il professore universitario in pensione, ma la prova inconfutabile delle immagini delle telecamere della farmacia di via Scarlatti che confermano la presenza dell'uomo all'interno e in strada tra le 11.30 e mezzogiorno. Gli investigatori milanesi hanno messo sotto sequestro intanto l'abitazione di via Settembrini e il solaio riservandosi però di perquisirli solo quando a Milano arriveranno gli atti dal pm di Piacenza Antonio Colonna.

Intanto nella città emiliana, mentre Grassi, assistito dall'avvocato Alessandro Stampais, si è chiuso nel silenzio, Civardi continua a dichiararsi innocente e racconta una storia palesemente inventata e anche piuttosto elementare nella sua fragilità. Tira in ballo nel delitto di Manesco infatti un terzo uomo dalla carnagione scura che, dopo avergli dato da bere una sorta di bevanda scura che gli ha fatto perdere lucidità, ha cercato di strangolare il professore e lo avrebbe accoltellato, ordinandogli poi di sedersi sulla valigia dove lo sconosciuto aveva chiuso il cadavere del professore, per fare peso e per chiuderla. Quindi costringendolo ad andare a Lodi e ad aiutarlo a portare la valigia nel cassonetto. Gli inquirenti piacentini, che non credono all'esistenza di un terzo uomo, sono certi che, in questo modo Civardi, punti all'infermità mentale.

Mentre appare sempre più evidente che il delitto sarebbe stato premeditato dopo che il prof, accortosi di aver dato troppa confidenza a quei due ragazzi, aveva scoperto che lo truffavano, rubandogli del denaro dal conto corrente

Probabilmente già stamane il medico legale effettuerà un esame approfondito sui resti dell'uomo, per cercare di capire soprattutto come sia stato ucciso prima della mutilazione.