E intanto 500 vigili provinciali rischiano di rimanere a casa

E intanto 500 vigili provinciali rischiano di rimanere a casa

Cinquecento agenti dal 1 gennaio rischiano di rimanere a casa. Stiamo parlando del corpo di polizia provinciale, la cui esistenza è messa a rischio dalla cancellazione della Provincia di Milano. Il 1 gennaio 2015, come è noto, si concretizzerà il passaggio dalla provincia alla città metropolitana: così se alcune funzioni verranno mutuate dalla città metropolitana - che sta scrivendo il suo statuto - e altre dalla regione, ciò non varrà per i fondi. E chi pagherà lo stipendio ai 500 ghisa?

Al momento la polizia provinciale non rientra tra le funzioni avocate a sé dalla Regione, in quanto si tratta di un servizio che le province potevano discrezionalmente attivare e gestire, cosa appunto che avvenne a Palazzo Isimbardi nel 2000. Nato come guardiacaccia e guardiapesca il corpo, che ha ricevuto anche funzioni di polizia stradale, si è specializzato in reati ambientali diventando un'eccellenza nel settore (il 30% di tutti i reati ambientali è stato rilevato dalla polizia provinciale di Milano).

Venti milioni è il costo che la Lombardia dovrebbe sostenere se assorbisse tutti i corpi delle varie province: un'ipotesi abbandonata perché economicamente insostenibile. La proposta di «disciplina e coordinamento regionale del servizio di polizia locale» prevede l'istituzione di nuclei operativi, facenti capo al proprio ente di appartenenza ma finanziati con progetti regionali e con tre indirizzi operativi ambientale, strada e controlli amministrativi. Questa potrebbe essere un'alternativa. Un'altra strada potrebbe essere quella di assorbire i vigili specializzati in ambiente nella polizia forestale che in Lombardia è sotto organico. Peccato che non ci siano fondi nemmeno per la polizia forestale e sembra che i sindacati interni stiano osteggiando l'eventuale passaggio. «A luglio i rappresentanti sindacali hanno scritto al governo auspicando l'arrivo di rinforzi. Parallelamente il governo si è riservato di decidere sulla riorganizzazione del corpo di polizia locale.

In sostanza a livello nazionale - osserva Mandy Miglietta, delegata provinciale Sulpm - la situazione è “congelata”, ma in assenza di risposte chiediamo agli enti locali di non sopprimere il corpo anche per non disperdere una professionalità acquisita negli anni e molto apprezzata. Noi continuiamo a lavorare senza avere alcuna certezza del futuro».

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