E ora Pd e 5 Stelle provano a rialzare la testa Gori: «Posso farcela». Ma LeU già lo impallina

Sinistra e grillini sperano di riaprire la partita ma c'è il fuoco amico di Liberi e uguali

E ora Pd e 5 Stelle provano a rialzare la testa Gori: «Posso farcela». Ma LeU già lo impallina

Si consideravano già sconfitti in partenza, per questo la clamorosa scelta di Roberto Maroni ha ridato fiato agli avversari principali. Giorgio Gori e Dario Violi, aspiranti governatori per conto di Pd e Movimento 5 Stelle, ieri non si sono lasciati scappare l'occasione per accreditare presso i loro elettori l'idea di una partita aperta, ma non sarà facile comunque. «Si apre un'opportunità straordinaria - ha commentato il segretario del Pd Alessandro Alfieri - e spero vivamente che questa battaglia la si possa fare con la coalizione più larga possibile» ha concluso, aggiungendo il solito rituale appello all'unità indirizzato agli ex compagni di partito di Mdp-Liberi e Uguali, già pronti a schierare un candidato alternativo a Gori. «La Lombardia ora è più contendibile. Il centrosinistra largo e unito può riuscirci» ha detto, sulla stessa lunghezza d'onda di Alfieri la deputata democratica Barbara Pollastrini. Gori, da parte sua, ha usato un'immagine pugilistica: «Il mio avversario è sceso dal ring» ha scritto su facebook. «In questi mesi, ogni giorno, ho lavorato sul nostro progetto - ha aggiunto Gori - mi sono preparato, ho studiato, immaginando di dovermi confrontare con lui. Una sfida tosta, mica una passeggiata, che nonostante i pronostici ho però sempre pensato di poter giocare fino in fondo». Come dire: adesso lo pensano tutti. Altri esponenti del Pd, da Lia Quartapelle al probabile capolista Pietro Bussolati, segretario milanese, al capogruppo Filippo Barberis, hanno attaccato a testa bassa. Gori invece ha concluso facendo ricorso al fair play: «Saluto Roberto Maroni, e gli auguro un buon futuro. Noi continuiamo la nostra marcia, qualunque sia il nome del nuovo competitor. Rappresenterà comunque ciò che con le nostre idee e le nostre energie siamo impegnati a cambiare».

Diverso il tono del candidato dei 5 Stelle Dario Violi, che ha attaccato su tutta la linea: «Come potevi presentarti davanti ai lombardi con nuove promesse - ha chiesto rivolgendosi a Maroni - dopo aver disatteso quelle 2013? Tutte, nessuna esclusa».

«Ma la Lombardia - ha proseguito beffardo - almeno sarà libera di respirare, libera di fare politiche per l'ambiente, libera di mandare in pensione Pedemontana e tutte le grandi opere inutili, libera di investire sulla sanità pubblica per diminuire finalmente e realmente le liste d'attesa. E potrà fare tutto questo grazie al Movimento 5 Stelle». Un auspicio legittimo ma difficile da realizzare, se è vero che i 5 Stelle sono considerati sostanzialmente fuori dalla corsa per il Pirellone.

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