E ora qualcuno protesta anche dentro il Pd E vuole chiudere la «Casa gialla» del Gratosoglio

Sorpresa all'incontro in municipio. Il centrodestra: «Prova che sono problemi di tutti»

Chiudere la «Casa gialla» del Gratosoglio. La richiesta è piombata inaspettata sull'assemblea dell'altra sera, con l'assessore alla Sicurezza Carmela Rozza, il presidente del municipio 5 Alessandro Bramati, i cittadini e i comitati di quartieri grandi e problematici come lo Stadera, il Vigentino, Chiaravalle, il Gratosoglio.

Una richiesta inaspettata dalla platea ma anche dalla stessa Rozza. Sintetizza Carlo Serini, consigliere municipale per Fratelli d'Italia: «Quando l'assessore domanda al suo interlocutore, iscritto al Pd e primo dei non eletti al municipio 5: Quindi mi sta chiedendo di chiudere la Casa gialla? e la risposta è seccamente sì, allora o sono io che ho problemi di identità, oppure significa che stiamo toccando con mano che il problema sicurezza è di tutti, non di quelli rossi, neri o a pallini e va affrontato senza schermi ideologici». La casa di accoglienza di via Saponaro 40, gestita dalla Fondazione Fratelli di San Francesco d'Assisi Onlus, è stata aperta ormai nove anni da padre Clemente. La sistemazione, nei piani dell'Amministrazione di allora, avrebbe dovuto essere temporanea, ma il trasferimento non c'è mai stato. Nei primi anni gli ospiti erano soprattutto clochard, senzatetto italiani e poveri, spesso anziani. Ormai, invece, si tratta sopratutto di migranti. E l'impatto col quartiere è diverso. «Negli ultimi anni la situazione è peggiorata» conferma il consigliere municipale Alessandro Giacomazzi, della Lega Nord. Il presidente della commissione Sicurezza del municipio, Simone Riccò (Forza Italia) spiega: «Certo, il problema è legato all'emergenza dei richiedenti asilo. Se in città arrivano tutte queste persone, da qualche parte dobbiamo pur metterle. Ma stiamo parlando delle stesse strutture che gestiscono il piano freddo, l'accoglienza e tante attività. Il problema sta nelle ore che vanno dal pranzo alla cena». La convivenza tra i circa 200 ospiti della Casa sembra diventata ogni giorno più difficile. Anche perché fianco a fianco vivono italiani spesso in condizioni di difficoltà e stranieri provenienti da Paesi diversi. Inevitabile la formazione di schieramenti etnici. La situazione insomma, da un anno a questa parte assomiglia molto a una polveriera. Le forze dell'ordine sono intervenute molte volte per liti e violenze. Si parla di risse, accoltellamenti, bande contrapposte. E questa situazione di tensione, questi episodi violenti, si inseriscono in un quartiere notoriamente già problematico come il Gratosoglio. L'ultimo grave episodio di cronaca si è registrato poche settimane fa, alla fine di luglio i carabinieri sono stati chiamati per uno scontro violento: immigrati africani da una parte e kosovari dall'altra.

I due gruppi si stavano affrontando nel parchetto di fronte al centro d'accoglienza. Comprensibile che i residenti siano preoccupati. E ora anche il Pd locale, partito certo non ostile ai migranti, si fa carico del problema.

AlGia

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