É l'effetto crisi. Per un appalto comunale da due milioni di euro in passato si presentavano una quarantina di operatori. Perlopiù imprese milanese o lombarde, al limite arrivavano concorrenti da qualche regione del nord. Oggi, riferisce l'assessore ai Lavori pubblici, «le amministrazioni avviano meno cantieri e noi che stiamo mantenendo un trend elevato nonostante la crisi ci troviamo con 356 offerte per un appalto, quasi dieci volte tanto, e arrivano da tutta Italia». Una doppia emergenza: per il settore in crisi, e per Palazzo Marino che dovendo consultare la mole di pratiche si trova a rallentare i lavori. Gli uffici stanno cercando invece di sbloccare un tesoretto di 44 milioni di euro per i certificati di sicurezza nelle scuole pronti dal 2010 ma ancora al palo per un errore emerso dal vecchio bando. Altri 30 milioni che l'ex giunta aveva collegato invece alla creazione di alloggi popolari in zona Giambellino dovrebbero essere spostati sul restyling del quartiere popolare in zona 6, dato che a 8 anni dallo stanziamento dovrebbe ancora partire la bonifica dell'area.
La giunta di lunedì sera ha iniziato a discutere anche della riorganizzazione della macchina comunale «disegnata» dal dg Giuseppe Tomarchio. Un valzer di dirigenti (e la scomparsa del facility management) che sarà illustrato ai sindacati.
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