Effusioni durante il Ramadan, finisce a coltellate

Un marocchino ha aggredito un connazionale: l'aveva visto con una donna e rimproverato

Effusioni durante il Ramadan, finisce a coltellate

Due ragazzi si lasciano andare a effusioni d'amore nelle cantine di un palazzo di via dei Cinquecento, ma è il periodo della festa islamica del Ramadan e un vicino passando li vede e li redarguisce per il comportamento poco pio. Ne scaturisce una lite e il focoso «romeo», un marocchino che secondo la polizia ha «numerosi alias e precedenti penali per spaccio e detenzione di stupefacenti», accoltella il vicino, marocchino di 32 anni, che l'ha ripreso per l'offesa alla religione. La lite finisce, precisa la polizia, con «un duplice accoltellamento». Poi il ragazzo scappa lontano dalla fidanzata e dalla legge: in Spagna ricostruiscono gli investigatori.

É il 4 giugno, ma il richiamo dell'amore rode fino a pochi giorni fa quando il ragazzo decide di tornare: pur essendo rimasto in contatto con la fidanzata 17enne, via social network, non resiste all'impulso di vederla. Rientra dunque in Italia e ieri gli agenti del commissariato Mecenate hanno fatto scattare le manette. L'episodio ha scatenato le polemiche di Riccardo De Corato, assessore regionale alla Sicurezza di Fratelli d'Italia: «Un altro marocchino con numerosi precedenti per spaccio di droga è stato arrestato per tentato omicidio. Queste sono coltellate alla credibilità dell'integrazione che continuano a raccontarci i sostenitori dell'accoglienza. Ma realmente, secondo loro, si possono integrare persone che si scambiano coltellate per il Ramadan? E noi, secondo Sala e Majorino dobbiamo anche lasciar costruire a questa gente moschee a Milano? Individui che ragionano secondo la Sharia islamica, che mal si integra nella nostra società democratica. Sono numerosi gli episodi che dimostrano chiaramente come non sia possibile l'integrazione: a maggio, una 25enne residente a Brescia è stata uccisa in Pakistan da padre e fratello solo perché voleva sposare un italiano; ad agosto un 23enne marocchino aveva aggredito i soccorritori e gli agenti della polizia perché non voleva che la moglie incinta salisse in ambulanza con un equipaggio di uomini.

La settimana dopo, un pachistano di 40 anni mentre si recava alla «festa del sacrificio» musulmana, ha insultato una vigilessa. Infine, pochi giorni fa, un uomo ha rivolto una frase agghiacciante a un infermiera dell'ospedale di Saronno mentre visitava sua madre: «Abbassa lo sguardo quando parli con me, sei una donna».

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