Alberto Giannoni
Dal Gratosoglio preparava il viaggio che le avrebbe consentito di raggiungere le milizie del Califfo. E dal Gratosoglio progettava un'azione omicida-suicida in Italia. Era in contatto con l'Isis e prima di entrare in azione aspettava l'autorizzazione. Il via libera da uno Stato islamico alla disfatta, però, non è mai arrivato. È arrivata invece l'espulsione per Fahmy Fatma Ashraf Shawky, nata il 3 giugno 1995 a Giza (Egitto) e residente in uno dei quartieri critici della periferia milanese. La giovane aspirante terrorista era in regola con il documenti di soggiorno, non lavorava ed era incensurata. Nei 4 anni in Italia però era cambiata: via vestiti e usanze occidentali, aveva indossato niqab e guanti neri e si era messa in contatto con l'Isis. Nota in rete come Umm-Jlaybib, al suo referente aveva manifestato il proposito di organizzare il viaggio verso il Daesh attraverso la Turchia. Poi - secondo quanto spiega la questura - aveva pensato a un'azione suicida nel territorio nazionale. Aspettava un avallo dell'Isis e indicazioni pratiche per entrare in azione con un vero e proprio progetto terroristico. Questo quadro, e i riscontri della Sezione Antiterrorismo della Digos, hanno spinto il ministro dell'Interno Marco Minniti a emanare un decreto di espulsione dal territorio nazionale per la donna.
La vicenda ha sollevato numerose reazioni, anche perché le espulsioni sono in aumento. Secondo i dati del ministero dell'Interno gli stranieri espulsi negli ultimi tre anni sono 214 (46 in Lombardia) e il record spetta a Milano, che adesso supera i venti casi. «La nostra città è centro di raccolta e trasferimento di clandestini e da noi vivono anche aspiranti kamikaze islamici - attacca l'ex vicesindaco Riccardo De Corato, oggi capogruppo regionale di Fdi - è questa l'integrazione sognata dal centrosinistra?». Anche Forza Italia plaude all'espulsione. «Bene il lavoro di controllo da parte della Questura», commenta il coordinatore milanese di Fabio Altitonante - evidenziando soprattutto la realtà dell'abusivismo: «La Polizia fa quello che può, con i mezzi che ha, ma serve un'azione decisa del Comune per liberare le case. Gli sgomberi sono troppo lenti». La sua ricetta è «una task force per controllare casa per casa gli abusivi». E anche il vice capogruppo azzurro Alessandro De Chirico chiede «controlli porta a porta nelle periferie».
Anche la Lega chiede un giro di vite: «Milano è sotto minaccia terroristica» avverte il capogruppo del Carroccio in Comune Alessandro Morelli, mentre il segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi chiede: «Il Governo cosa aspetta a svegliarsi, avviando un necessario giro di vite sulle moschee e sui centri islamici presenti nel milanese?».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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