Oggi è il giorno che potrebbe cambiare il finale di partita su Ema. Una delegazione dell'Europarlamento ha in programma una missione ad Amsterdam, ufficialmente per dare «un contributo rilevante» alla discussione in vista della votazione prevista in commissione per il 12 marzo.
Un ex professore siciliano oggi deputato europeo di Forza Italia, Giovanni La Via, guiderà una delegazione di nove membri, con un compito diplomatico e istruttorio, ma decisivo: «Non c'è una contrapposizione Milano contro Amsterdam - dice La Via, che è relatore del regolamento su Ema in commissione Ambiente - non è una rivincita di una partita di calcio che abbiamo perso al primo tempo. Vogliamo andare a verificare se Amsterdam fornisce tutte le condizioni per garantire l'operatività dell'agenzia.
Niente derby, dunque, ma Milano spera di riaprire la decisione con cui, in prima battuta, la sede dell'Agenzia del farmaco è stata assegnata alla città olandese. E la verifica si rende necessaria dopo che sono stati resi noti i clamorosi contenuti di un documento governativo olandese che era stato secretato. Dopo l'accesso a questo documento il sindaco di Milano ha annunciato un ricorso alla Corte dei conti europea: «Da questo - ha detto Beppe Sala - abbiamo capito che i nostri sospetti erano fondati. Le due sedi temporanee che avevano proposto nel dossier sono scomparse. La nuova sede che propongono è appunto una sede diversa ed evidentemente non ha nemmeno le dimensioni sufficienti».
Il milanese Stefano Maullu, deputato e membro della commissione Envi, parla di «un palese occultamento di alcune informazioni essenziali» e chiarisce che «l'esito dell'assegnazione di Ema all'Olanda deve essere completamente riformulato». «Non sono adeguati - spiega - i due edifici descritti nell'Annex 1, il documento desecretato dal governo olandese, e a quanto pare non lo è nemmeno lo Spark Building, l'edificio che ha magicamente preso il posto delle due strutture iniziali». Adesso, per Maullu, se l'esito della missione sarà favorevole a Milano, «siamo certi di avere concrete possibilità per ribaltare l'assegnazione e portare Ema in Lombardia».
E che adesso sia tutto sottoposto a un'ulteriore verifica lo ha confermato ieri, proprio a Milano, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni: «Città, regione e governo - ha detto - lavorano e lavoreranno nelle prossime settimane per verificare che l'intero processo sia stato condotto con correttezza e trasparenza, perché se così non fosse sarebbe un torto all'Italia e all'Europa».
E una linea combattiva e risoluta è stata prefigurata, proprio a Milano, dall'ex premier Silvio Berlusconi: lassegnazione di Ema «è stata decisa o a Bruxelles - ha attaccato il leader del centrodestra - Non c'era il sindaco di Milano, non c'erano il ministro della Salute e degli Esteri, non c'era il premier». «Se andremo al governo - ha concluso - garantisco che l'agenzia tornerà a noi perché in Ue ho vinto tante battaglie, so farmi valere».
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