Alle 4.40 di stamattina l'ingegnere Christian Busato è salito sul tram numero 15 a Rozzano. Quale sarebbe la novità? Dopo il 15 Busato e i due amici Federico Beltrami e Claudio Nelli sono saliti sul 16, poi sul 12, quindi sul 19. Proprio in queste ore il trentaduenne milanese sta compiendo un'impresa che lo farà entrare nel Guinness dei primati: prendere in un solo giorno tutti i venti tram di Milano compiendo un tragitto di 150,2 chilometri e 163,3 con gli spostamenti a piedi o in bikeMi. «Attaccati al tram»: già il nome del singolare cimento è da Guiness.
Ma come gli è venuta questa idea? «Ero a New York - racconta Busato -. Ho sentito la storia di uno svizzero che in un giorno ha affrontato l'intero tragitto della rete metropolitana, quattrocento chilometri. Allora ho pensato alla mia città e alla sua romantica catena tramviaria». Di seguito vengono i tram numero 9, 33, 23, 4 e 5. La corsa su rotaie che sfida il minuto, perché è sufficiente perdere due convogli affinché il progetto vada in panne, s'inframmezza di tragitti a piedi e in bici.
Compera il biglietto? «No, ho l'abbonamento ma pago la bikeMi. Il tentativo è più complesso di quello newyorkese, perché in quel caso la prova era basata sulla lunghezza del percorso. Nel nostro, la difficoltà sta nel competere col tempo non con lo spazio. Sbagliare di un attimo una coincidenza, oppure il mancato funzionamento di una corsa, un possibile intoppo sulla strada fanno crollare il gioco. Il tragitto di un tram corre sulle vie giornaliere che abbondano di imprevisti».
L'ultima fermata sarà del numero 3 che porrà fine all'impresa alle ore 0.55 a Gratosoglio. Solo una metropolitana entra nel viaggio: la M1 tra Precotto e Rovereto dalle 16.42 alle 16.46. La tabella di marcia è stata studiata in due giorni e fino a ieri ha subìto gli ultimi ritocchi vista la sensibile variabilità del percorso tramviario. Anche l'assessore Pierfrancesco Maran sarà un testimone della spedizione dei tre guerrieri tramviari. Se il progetto avrà buon esito Milano potrà meritarsi il nome di «tramopoli», prima che a qualcuno venga in mente di eliminare anche i vecchi arancioni che a tarda notte, seppur vuoti, mostrano lo spirito di collettività insito in questa città.
«Qualcuno ha già detto che è un'idea goliardica. In realtà vorrei dimostrare l'eccellenza di Atm che ci mette a disposizione questi eccezionali mezzi di trasporto» racconta Busato. Continuano ad essere un mito i vecchi tram. Alcuni hanno ancora le loro storiche panchine in legno e le targhette con diciture che ricordano il tempo degli spostamenti faticosi di generazioni che non possedevano automobili e motorini; gli inverni delle belle nebbie che non ci sono più ed erano così dense che anche un tram vi sbucava fuori all'improvviso. «Attaccati al tram» vuole dimostrare anche questo: automobili e motorini possono diventare oggi, sabato 12 ottobre 2013, dei veri e proprio oppositori alla riuscita di una competizione che sì sta verificando in queste ore mentre leggiamo «Il Giornale» e magari sul 12. «Federico, Claudio e io ci portiamo da mangiare al sacco, non possiamo permetterci di perdere un secondo». Di viabilità ne sa qualcosa Christian Busato, laureato in Ingegneria civile al Politecnico, visto che fino ad un anno fa ha lavorato alla realizzazione della M5 e ora è impiegato come tecnico alla Pedemontana. Gli scommettitori sono già in pista. «Ma non è possibile che ci riesca!» commentano i pessimisti pensando ai contrattempi a cui sono soggetti i mezzi pubblici che affrontano una città complessa come Milano.
Basta che sul numero 24 salga una mamma con un passeggino per costringere il conducente a stoppare il tram quel lasso di cronometro che fa sballare i calibrati incastri. Sarebbe la versione contemporanea della mitica «Corazzata Potemkin».
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