Lucia Galli
Nella lettera a Timoteo, San Paolo gli chiedeva di riportargli due cose: un mantello dimenticato e i suoi libri, maxime autem membranas, soprattutto quelli in pergamena. Francesco Petrarca, invece, era solito chiedere ad intellettuali amici di «penna» di rastrellargli biblioteche, conventi ed «armaria», anche armadi, sì, alla ricerca di qualche nuovo manoscritto, descrivendo la sua passione per i libri quasi come un vizio: «libris satiari nequeo». Non averne mai abbastanza. Tu chiamalo, se vuoi, collezionismo, ma non solo. Oggi, come allora, i libri parlano di noi e sono uno specchio dell'anima. E non serve essere santi come Paolo o colti come il vate aretino per innamorarsi di quel frusciare di carta o della corposità di pagine miniate su pelle. Da oggi pomeriggio a domenica basta andare in via San Gregorio 29 dove, nel Salone dei Tessuti, torna la quinta edizione della mostra internazionale di libri antichi e di pregio. Organizzata da Alai Associazione librai antiquari d'Italia e Noema, in collaborazione con Ilab, con il supporto di AbeBooks, la mostra-mercato si riconferma fra i più importanti eventi del mercato librario d'antiquariato in Italia. Manoscritti, anche miniati, incunaboli i primi stampati e quindi detti libri «in culla» -, stampe e documenti, introvabili prime edizioni: questi gli ingredienti messi «a scaffale» per il pubblico dal patrimonio di oltre 30 prestigiose librerie antiquarie italiane e internazionali. C'è l'edizione originale del Codice di Napoleone il Grande pel Regno d'Italia, stampato dalla Reale Stamperia nel 1806 e di Napoleone c'è anche un autografo datato 1796, uno dei primissimi documenti firmati in qualità di comandante dell'Armata d'Italia. Tra i più belli del Seicento italiano c'è il libro in cui Francesco Ferdinando Alfieri descrive l'uso della picca associata alla spada e il gioco della bandiera con quaranta illustrazioni a piena pagina incise su rame. Dall'Est arriva un fascicoletto dattiloscritto datato 1927, con alcuni componimenti haiku di Umberto Saba, mentre altrettanto rara ed «orientale» è la prima edizione de «Alcune lettere delle cose del Giappone» che fra il 1579 e il 1581 è una testimonianza fondamentale per la storia della presenza portoghese dei gesuiti in Giappone. Fra le altre chicche anche la «Epistola di un licantropo» firmata da Giacomo Casanova nel 1772 e, per i bibliofili musicali, anche un'edizione Ricordi in solo 100 esemplari del Falstaff di Verdi.
Accompagna la mostra un ricco programma di incontri: sabato alle 10.
30 si parla di Luca Pacioli e di «divina proporzione»; alle 17 si potrà assistere alla presentazione del Codice Rustici della casa editrice Leo Olschki con la partecipazione di Elena Gurrieri della Biblioteca del seminario arcivescovile di Firenze.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.