Cronaca locale

Il fascino di Boyhood dove i protagonisti invecchiano con noi

Il fascino di Boyhood dove i protagonisti invecchiano con noi

Un film di grande prestigio arriva martedì in sala Bio al Colosseo. Si tratta di un'anteprima importante perché Boyhood di Richard Linklater uscirà giovedì ed è una delle pellicole più attese e apprezzate fra quelle dell'autunno. Vera e propria opera per cinefili, che più di altri apprezzano lo scavo nei personaggi, il lavoro di attesa, l'idea e le modalità realizzative, Boyhood descrive le tappe della vita di una famiglia nei suoi risvolti più sorprendenti. La separazione dei genitori, molto giovani all'epoca del parto. Le loro rinnovate e sfortunate unioni, in particolare per lei. Ma soprattutto la crescita dei bambini, attraverso l'adolescenza, per diventare uomini e donne adulti.

Amicizie. Contrasti. Evasioni. Desideri. Ambizioni. Il ruolo di genitori. Il saper negare. E il saper concedere. La capacità di riconoscere gli errori. Persino i propri. Non si pensi però che Boyhood sia il classico film che si piazza sullo stomaco. Benché si spinga oltre le due ore e mezza, il racconto è lieve. Spesso brillante. E in più di un'occasione alleggerisce il morale del pubblico, mai appesantito da una farraginosa costruzione e le ore sembrano volar via. Pregio assoluto del lavoro di Linklater è anche la particolarissima tecnica delle riprese. I protagonisti della famiglia al centro della vicenda non sono infatti invecchiati o ringiovaniti per l'abilità dei truccatori, ma appartengono a un percorso naturale. Le riprese infatti hanno attraversato ben dodici anni di vita in modo che eventuali mutamenti fisici e fisiognomici - soprattutto per i giovanissimi, ma non solo per loro - fossero naturali e non artificiali.

Ne è uscito un film di indubbio pregio e di grande verosimiglianza, come peraltro è nelle abitudini di Linklater, non nuovissimo a simili esperimenti. Nella trilogia - Prima dell'alba (1995), Prima del tramonto (2004) e Before midnight (2013) - aveva già provato questo sistema, utilizzando gli stessi attori e girando a lunghi intervalli di tempo. Notissimo anche per Fast food nation, inchiesta e denuncia della manipolazione alimentare della carne di bassa qualità usata nei panini, Linklater conferma la sua abilità anche con Boyhood.

Il biglietto della proiezione, in programma martedì alle 21 al Colosseo, nell'ambito di Sala Bio, è scontato a 6 euro per i lettori de Il Giornale che si registreranno sul sito come indicato nel bollino.

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