«Fdi esclusa? Noi raddoppiamo sforzi e idee»

Parla il candidato presidente al Municipio 3: «La gente ha diritto di votarci»

Vincenzo Viola, candidato presidente al municipio 3, il suo partito, Fdi, rischia l'esclusione dal voto per il Consiglio comunale. Lei, invece, di sicuro ci sarà sulla scheda.

«Assolutamente sì, le liste nei municipi-zone sono state tutte ammesse, presenti e votabili».

Qualcuno ritiene che le liste nei municipi siano collegate, per via delle firme, all'altra.

«Voci infondate. Simbolo e firme sono presentati e regolari. Le liste nei municipi sono perfettamente corrette. La commissione circondariale le ha ammesse».

Per il Comune c'è il ricorso.

«Ci rimettiamo al Consiglio di Stato. Ci sono i presupposti per accoglierlo. Quando una ventina di candidati al Consiglio lo sono anche nei municipi, si evidenzia che non c'è alcun dolo, solo un vizio di forma burocratico in un paese in cui la burocrazia è alle stelle per cittadini e imprese».

Oggi sarete in piazza.

«Abbiamo una riunione con consiglieri e candidati. Il partito è unito nell'evidenziare questa cosa: un vizio formale non può precludere a migliaia di cittadini di esprimere il loro voto».

Se il ricorso non fosse accolto, la sua sfida sarebbe la partita più importante per Fdi.

«Sono fiducioso sul ricorso. Detto questo, la candidatura a presidente per tutta la coalizione è stata un onore e sento una grande responsabilità verso i cittadini e verso il partito. Poi, dal mio punto di vista e dal nostro, non è obbligatorio avere incarichi istituzionali per far politica. Noi facciamo politica per le nostre idee e proposte. Andiamo avanti e andremo avanti per lavorare».

Ci sarà uno sforzo particolare di tutti voi nel municipio 3?

«Io ho messo in campo tutte le forze e le raddoppierò, come le faranno gli altri, per far sapere che ci siamo, ci saremo in tutti i municipi e lottiamo per vincere».

Parisi, se vincesse, terrebbe conto di voi per la sua giunta.

«Se ne parlerà dopo. Il nostro impegno non mancherà e una rappresentanza penso che sia naturale. Ma se ne parlerà quando avremo riconquistato la città. Ora ci dobbiamo impegnare».

Le sensazioni sono positive?

«Io sono più ottimista di quello che dicono i sondaggi. Sul territorio noto che la gente è veramente stufa e spera che se ne vada chi ha amministrato finora. Ora c'è Sala al posto di Pisapia, un cambio di testa ma il corpo è lo stesso, basta vedere i capolista e gli assessori col posto prenotato».

Beppe Sala, per 5 Stelle e Radicali, non sarebbe candidabile.

«Io penso che non ci possono essere due pesi e due misure. Se viene sanata una situazione del genere è ovvio che anche le liste devono essere sanate».

Cosa pensa, lei viene dalla destra istituzionale, del caso dei candidati considerati (dalla sinistra) come estremisti?

«Ritengo che non ci sia un caso. Sono persone che hanno il diritto di essere candidate. I cittadini valuteranno se meritano di rappresentarli, spesso chi difende gli italiani viene bollato come fascista o razzista».

Lei cosa farebbe, se eletto?

«Dopo 5 anni di declino, priorità

alle cose piccole e concrete: manutenzioni ordinarie. Poi lotta al degrado e per la sicurezza: riorganizzazione della polizia locale, vigili di quartiere, pattuglie interforze, aree abbandonate e dismesse da riqualificare».

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