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Ferrovieri in sciopero. Paralizzata Trenord, cancellate tutte le linee

Adesione totale alla mobilitazione dell'Orsa. Soltanto i Malpensa Express sostituiti da bus

Ferrovieri in sciopero. Paralizzata Trenord, cancellate tutte le linee

Uno sciopero con un così alto numero di consensi e la successiva paralisi totale di gran parte del trasporto ferroviario lombardo non si vedeva da un po'. Già in mattinata si parlava di una percentuale altissima, con oscillazioni tra l'80 e il 90 per cento dei convogli di Trenord soppressi e cancellati dalla 9 alle 17, la fascia oraria dell'agitazione, con conseguenti e comprensibili ricadute su tutto il servizio ferroviario regionale, suburbano, di lunga percorrenza e aeroportuale.

Al termine della giornata l'ufficialità del 100 per cento di treni non viaggianti può sembrare esorbitante, ma corrisponde alla realtà dei fatti. «Segno di malcontento diffuso: mi pare ovvio che anche chi è iscritto ad altre organizzazioni sindacali o chi non è iscritto affatto ha aderito comunque» fa notare Adriano Coscia, segretario lombardo del sindacato Orsa (Organizzazione sindacati autonomi e di base) che ha proclamato lo sciopero di Trenord ed è il primo tra le rappresentanze dei lavoratori delle ferrovie perché raccoglie il 40 per cento di macchinisti e capotreni.

Immaginabile la rabbia dei pendolari molti dei quali si sono trovati a dover fronteggiare cancellazioni, ritardi e modifiche nei percorsi già durante l'orario di garanzia mattutino, cioè entro le 9, con arrivo a destinazione finale entro le 10, l'ora «cuscinetto» che, in caso di protesta, è quella oltre la quale i treni non possono arrivare a destinazione. Tradotto: per non lasciare a metà strada centinaia di viaggiatori, nel bel mezzo dello sciopero, in molti casi i convogli non sono proprio partiti, ancor prima dell'inizio della protesta vera e propria. I disservizi infatti sono iniziati prima delle 8, con diversi ritardi superiori ai 30 minuti. A suggellare la riuscita dello sciopero è stato lo stop anche dei treni del Malpensa Express, per cui l'azienda ha istituito bus sostitutivi per collegare l'aeroporto a Milano Cadorna e a Bellinzona, in Svizzera. L'Orsa lamenta una violazione del contratto di lavoro, con lo straordinario programmato che avrebbe reso la regola 42 ore di lavoro, anziché le 38 stabilite. «Inoltre la formazione, che è parte integrante del percorso di apprendistato professionalizzante, viene fatta attraverso giovani con stage extracurricolare, non retribuiti per il periodo di formazione di base - che per un macchinista dura 6-7 mesi e per un capotreno 5 mesi - se si eccettua un buono pasto giornaliero del valore di 7 euro e 20» spiega Adriano Coscia. «Per raggiungere un accordo abbiamo proposto per questi lavoratori un contratto in deroga a quello nazionale che prevede una indennità di 700 euro, Trenord ne vuole dare al massimo 400. E pensare che il Polo Mercitalia (il raggruppamento delle società del Gruppo Fs italiane che operano nel trasporto merci e nella logistica) ha fatto 250 assunzioni proprio utilizzando questo nuovo protocollo e così ha riconosciuto a questi lavoratori 900 euro come indennità e 200 a titolo di spese di viaggio».

«Non vorremmo che questa situazione derivasse dal fatto che Trenord riconosce da una parte a Trenitalia (ministero delle Finanze) e dall'altra a Ferrovie Nord (Regione) ben un totale di 111 milioni l'anno, di cui un centinaio per il noleggio di materiale rotabile e 11 per l'affitto delle infrastrutture. Un treno nuovo costa 17 milioni... Con quel denaro all'anno si comprerebbero 5 treni nuovi, cioè materiale rotabile di zecca» puntualizza il segretario di Orsa Lombardia.

Trenord però dichiara di avere intenzione di assumere 240 persone nel prossimo triennio. «Ricordiamo che per fare un macchinista ci vogliono 191 giorni di formazione e i giorni lavorativi in tutto sono 220» conclude Coscia.

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