Nessun diritto conculcato. Anche senza il palazzetto la comunità islamica di Sesto San Giovanni ha celebrato la festa del sacrificio. Lo ha fatto in via Luini, sede della moschea locale. Era un «falso allarme» dunque, quello lanciato dal Pd, che con uno dei suoi esponenti più in vista a Milano, il senatore Franco Mirabelli, aveva addirittura chiesto l'intervento del prefetto, per fare in modo che il centro islamico «Milano Sesto» potesse avere il Palasesto nonostante il «no» del sindaco, che aveva motivato il diniego col ritardo con cui la richiesta era pervenuta in Comune. «Il diritto di culto dei 300 musulmani di Sesto non è affatto negato» aveva spiegato il primo cittadino, Roberto Di Stefano (Fi) indicando proprio l'opzione di via Luini. «I fedeli musulmani a Sesto sono 300, il palazzetto ha 4.500 posti» aveva calcolato il sindaco azzurro, spiegando la sua posizione su tutto il tema islam (compreso il progetto di una mega moschea, anch'essa da 4mila posti): «Sembra che ci sia un disegno politico intorno a questa Mecca immaginata a Sesto». «Sesto non può diventare il centro della comunità islamica del Nord Italia» aveva rincarato Forza Italia.
In effetti, la festa in via Luini c'è stata, con lo stesso Mirabelli ospite di con quei dirigenti islamici che avevano protestato: «Quest'anno - si leggeva nel comunicato della moschea sestese - gli oltre 5000 cittadini sestesi di fede islamica saranno privati della gioia di quest'occasione». Probabilmente sopravvalutavano sia il numero dei fedeli sia le conseguenze della risposta negativa ricevuta dal Comune. E qualcuno non ha mancato di farglielo notare: «Mirabelli stia sereno, gli islamici l'hanno fatta la festa del sacrificio a Sesto, solo senza che il Comune concedesse il palazzetto - ha sottolineato il capogruppo regionale Fdi Riccardo De Corato - Il senatore del Pd oggi si è precipitato a omaggiare i musulmani a cui, a detta sua e del suo partito, era stato negato un diritto. Peccato che questo non è vero, dato che la festa è stata celebrata al centro islamico locale». Va sul velluto il sindaco: «Vengono smentiti tutti coloro che hanno detto che avevamo vietato il diritto di culto, con il Pd che viene chiaramente sbugiardato» ha detto ieri Di Stefano, rigettando «le accuse di discriminazione». «Il dialogo è sempre aperto - ha ma allo stesso tempo chiedo rispetto delle regole».
Quelle regole che a pochi chilometri vengono spesso derogate. In via Cavalcanti, per esempio, secondo l'assessore regionale Simona Bordonali: «La zona- attacca - era letteralmente invasa da centinaia di musulmani riuniti per la festa del sacrificio.
Ricordo che la moschea è abusiva e che la Regione ha dato ai sindaci tutti gli strumenti urbanistici per chiudere i luoghi di culto irregolari. I sindaci della Lega lo stanno facendo, il sindaco di Milano (del Pd) invece fa finta di nulla nonostante le promesse fatte in campagna elettorale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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