Via (finalmente) al restauro del Lirico e il diurno di piazza Oberdan va all'asta

Il Teatro Lirico di via Larga è chiuso da quattordici anni. L'ex albergo diurno di piazza Oberdan, gemello di quello in piazza Duomo, è un tesoro liberty finito prima ostaggio di una battaglia legale tra il Comune e il barbiere che ne occupava un pezzo, poi di tentativi falliti per il restauro e dal 2004 oltre ad avere l'accesso sbarrato nell'area superiore con la pensillna e gli obelischi è diventato un giaciglio per i clochard. Ma in entrambe i casi, la rinascita è vicina. Per il Lirico dopo un braccio di ferro tra la giunta e i partiti di maggioranza, con il Bilancio 2013 sono stati stanziati i 16 milioni di euro necessari a restaurarlo e riaprirlo entro fine mandato. Martedì in Sala Alessi a Palazzo Marino verrà presentato ufficialmente il progetto di restyling, un incontro aperto a tutti e gli assessori ai Lavori pubblici Carmela Rozza e alla Cultura Filippo Del Corno invitano «i cittadini a partecipare per conoscere il futuro di questo importante simbolo di Milano». L'evento si svolgerà dalle 9.30 alle 13, parteciperà il sindaco Giuliano Pisapia, interverranno i tecnici del Comune e del Politecnico per illustrare le tecnologie con cui è stato elaborato il progetto di restauro, saranno presenti anche Delia Gaber e l'ex attrice Valentina Cortese.
Per il Lirico la rivoluzione dunque è partita. Presto saranno assegnati gli appalti e partiranno si passerà dal progetto su carta ai cantieri all'opera. Per l'ex Diurno, qualcosa forse si muoverà. L'assessore Rozza non nasconde che i soldi pubblici per ristrutturarlo non ci sono, intanto il primo passo sarà la pulizia e la sistemazione del salone centrale, sono in corso contatti con il Fai che potrebbe a marzo organizzare una giornata-evento per permettere ai milanesi di riscoprire uno spazio che risale al 1925, ha bronzi, statue, decorazioni che «potrebbero renderlo un bellissimo centro benessere o un hammam». L'importante è trovare fondi privati per recuperarlo.

E quindi «entro marzo apriremo il bando per assegnarlo gratis in destinazione d'uso per molti anni a scomputo delle opere che gli interessati dovranno accollarsi interamente». Per riportarlo all'antico splendore potrebbero servire una decina di milioni di euro.

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