Fiori, concerti e libri: Sant'Ambrogio espone i tesori del suo archivio

"Flora et decora" al via oggi fino a domenica. Concerti, visite e una mostra di artigianato

Fiori, concerti e libri: Sant'Ambrogio espone i tesori del suo archivio

Sant'Ambrogio fiorisce e torna medievale. Da sempre piazze e portici delle grandi basiliche sono stati luoghi di ritrovo. Dentro le preci e i sospiri. Fuori affari e incontri. Da oggi a domenica tutto rivive com'era, all'ombra della chiesa più bella di Milano, fra il portico del Bramante e l'atrio di Ansperto. È tempo di «Flora et Decora», mostra di fiori e artigianato. All'ombra della pusterla arriveranno un centinaio di espositori, ma la tre giorni di festa permetterà di scoprire anche i segreti della basilica, come l'archivio biblioteca del Capitolo - che contiene manoscritti e documenti fin dalla fondazione. E ancora, cori, concerti e visite guidate.

C'è chi porterà rose che nascono per talea e non per innesto. La manager che ha mollato tutto per disegnare vestiti e chi produce garofani. Arredi e profumi completano il quadro. Un mix di profano e sacro si tinge di leggenda. Fu sant'Ambrogio si narra - a catapultare, con robusto calcio, addosso alla sua mole bianca, il diavolo che lasciò orgoglio e corna ancora impresse alla base della colonna. Questa e altre mirabilia si potranno ascoltare nelle visite, oggi e domani a ciclo continuo, grazie a Pietre Vive (alle 10, 14 e 16), domenica alle 14 con don Jacopo De Vecchi. Alle 17 oggi e domani concerti per coro e organo. Da non perdere è il segreto meglio custodito della basilica: dopo i restauri, aperta dal 2013 solo agli studiosi. Oggi alle 12 e domenica alle 14 e alle 15.30 si potrà visitare la biblioteca archivio capitolare dove monaci e canonici custodivano i codici e registravano vita, contabilità e avvenimenti. Litigi compresi.

A guidare fra fogli di pergamena, miniature e bolle pontificie saranno due docenti della Cattolica, Marco Petoletti, che insegna Letteratura latina medievale e Miriam Tessera, che è anche curatrice dell'archivio. Notizia di una biblioteca ai piani alti della basilica si ha dal 784 d.C. quando c'erano ancora i monaci: uno dei codici riporta fra le altre opere, il martirologio del venerabile Beda. I canonici (e il secondo campanile) arrivarono poco dopo l'anno Mille. I libri stampati sono oltre tremila e costituiscono un imprescindibile strumento di conoscenza su Sant'Ambrogio e la sua liturgia. Fra gli 85 manoscritti (55 in pergamena), datati fra IX e XV secolo, risale al '400 il messale dell'incoronazione di Gian Galeazzo Visconti. C'è una bibbia di formato atlantico con capilettera miniati e quel piccolo gioiello in gotico con la vita di Agnese di Boemia. Ma fra le 1300 pergamene, dal IX al XVII secolo, si annida la vivacità delle dispute medievali. Alcune contengono verbali di processi.

Una, con intatto il prezioso sigillo in cera, è passata alla storia come il patto della cotoletta milanese, meglio nota allora come lumbulum cum panicio. Data 1148 e sancisce il diritto dei canonici di ricevere in occasione della festa di San Satiro, a spese dei monaci, un pranzo di tre portate fra cui appunto il celebre manicaretto meneghino.

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