Sedicimila bimbi: una piccola cittadina potrebbe essere popolata dai bimbi che lei ha fatto nascere. Basterebbe questo a spiegare chi è Paola Bonzi, fondatrice e direttrice del Centro di aiuto alla vita della clinica Mangiagalli, il più grande reparto maternità di Milano. In 29 anni ha incontrato 18mila donne che volevano ricorrere all'interruzione volontaria di gravidanza, così come viene eufemisticamente definito l'aborto dalle legge italiana. La 194 è difesa strenuamente da molti, contestata da altri. Lei, ex maestra, proveniente da una normale famiglia milanese, di queste cose non si occupa. Coltiva una fede profonda, insieme a un'impareggiabile determinazione, ma non parla di religione con le donne che ogni giorno si rivolgono al suo Cav cercando sostegno, materiale e morale. Molte sono combattute, 6 volte su 10 hanno problemi economici, sempre più spesso sono straniere. Lei le aiuta, semplicemente. E infatti spiega che il suo compito è far nascere le madri, prima ancora dei bambini: «La vita non è un fatto confessionale - ha detto Paola in un'intervista-ritratto di Stefano Lorenzetto sul Giornale - la vita è vita». Senza ideologia. Oggi aumentano le donne in difficoltà e calano le risorse. Il fondo regionale Nasko ha subito tagli e la onlus deve ripianare debiti per 150mila euro. Ma c'è anche da pensare al futuro. E il «fabbisogno» ammonta a circa 5mila euro al giorno. La situazione finanziaria è sull'orlo della chiusura. «Tragica» dicono al Cav. Davanti al rischio di una sostanziale chiusura, parte una mobilitazione. Un comitato inizia a lavorare al fund-raising e organizza una galà che coinvolge nomi importanti della società civile, professionisti, artisti e sportivi. La cena, ospitata a Palazzo Isimbardi, sede della Provincia, è prevista per stasera alle 20 e gli organizzatori prevedono fino a 900 adesioni, fra cui quelle di Demetrio Albertini, Valentina Marchei, Antonella Boralevi e tanti altri.
Poi prende il via spontaneamente un'altra iniziativa. Da un piccolo gruppo di persone, per lo più professionisti, parte l'idea di un appello al Comune per l'assegnazione a Paola Bonzi dell'Ambrogino d'oro. Il Cav infatti ha ottenuto un attestato nell'ambito degli Ambrogini, ma la storia di Paola Bonzi non ha mai avuto alcun tipo di riconoscimento. L'appello pubblicato su facebook parla di testimonianza cristiana ma anche di solidarietà umana. Si annuncia l'arrivo di firme importanti e trasversali. Ci sono cattolici come Eugenia Roccella e il consigliere regionale Luca Del Gobbo (Forza Italia) ma anche Alessandro Alfieri e Fabio Pizzul (Pd), ci sono i consiglieri comunali Alan Rizzi e Matteo Forte (Forza Italia) ma anche Andrea Fanzago (Pd) c'è Carlo Fidanza (deputato europeo di Fdi) ma anche ma anche un ex deputato radicale come Lorenzo Strik Lievers.
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