Nel giorno in cui un monumento come la cancelliera tedesca Angela Merkel dice che vorrebbe «essere come l'Italia» e la Germania pensa di trasferire i malati Covid in Lombardia, alcuni magistrati di Milano si baloccano con il rinvio a giudizio del governatore Attilio Fontana e di altre quattro persone per la ridicola faccenda dei camici. Inutile dire quanto tutto ciò sia non solo privo di senso, ma ancor più un insulto per il protagonista di un'impresa titanica che oggi ha portato la sua regione a poter dire che la situazione è sotto controllo, che le seconda dosi hanno già raggiunto il 91 per cento, che cifre importanti riguardano la anche la terza e da metà dicembre si comincerà con i bambini dai 5 agli 11 anni. Che altro c'è da dire? Poco, se non la grettezza di chi va ancora a rovistare in una vicenda che il buon senso dei lombardi ha già da molto archiviata.
Fatta eccezione per i soliti avvoltoi del Pd che anche ieri non hanno perso l'occasione per mettere in mostra tutta la loro pochezza. E così gli stessi che volevano defenestrare Fontana e commissariare una Lombardia ben guidata dal centrodestra e che oggi è un modello in tutto il mondo, ieri hanno esultato (con evidente cattivo gusto) per il rinvio a giudizio, parlando di «grande inadeguatezza dal punto di vista organizzativo» e di «una brutta pagina per la storia recente della nostra Regione che non possiamo dimenticare e che i lombardi sicuramente non dimenticheranno».
Questo è certo cari politicanti del Pd, i lombardi non dimenticano politici avveduti come Fontana e tecnici straordinari come Guido Bertolaso che li hanno guidati nel peggior cataclisma degli ultimi decenni. Salvando loro, in molti casi, anche la vita. Tutto il resto è solo fango. Che presto ricoprirà chi l'ha lanciato.
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